In questa guida spieghiamo come coltivare il nespolo nell’orto.
Il nespolo comune (Mespilus germanica) è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, coltivato, specialmente in passato, per i suoi frutti. Non va confuso con il Nespolo del Giappone, il cui frutto è più diffuso e abitualmente presente sulle nostre tavole. In questo articolo si parlerà del nespolo comune, facile da coltivare in Italia.
La coltivazione del nespolo non presenta particolari difficoltà. In passato era molto diffuso nelle campagne e consumato durante l’inverno. Ancora oggi però questo albero da frutto può dare notevoli soddisfazioni ed essere coltivato con successo in un giardino o in un orto familiare.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Il nespolo comune comincia a fruttificare verso i 6 – 7 anni di età, raggiungendo un’altezza da adulto di 3 – 5 metri. Il tronco ha una corteccia ricca di tannino e pertanto può essere usata nell’industria conciaria; il legno è molto duro e trova impiego in ebanisteria.
Le foglie sono molto coriacee, allungate e con margine seghettato. La pagina inferiore è ricoperta da una lieve peluria. Cadono in autunno.
I fiori sono bianchi, molto belli esteticamente ed ermafroditi. Fioriscono a maggio (circa un mese dopo la ripresa vegetativa) e sono autofertili, quindi una pianta isolata può fruttificare.
I frutti di colore marrone – rossiccio sono ricchi di tannino e non commestibili senza un periodo di ammezzimento. A maturazione avvenuta hanno un sapore gradevole ed acidulo.
ESIGENZE AMBIENTALI
Il nespolo comune è molto rustico e si adatta bene a diverse condizioni ambientali. Resiste ai geli invernali e può vegetare fino ad altitudini di 1000 metri. Cresce in diversi tipi di terreno sempre che non siano troppo umidi e non presentino ristagni idrici. La posizione migliore è a mezz’ombra.
COLTIVAZIONE
Impianto
Essendo un albero molto rustico non sono necessari accorgimenti particolari. Si deve però porre attenzione se la pianta che avete acquistato presso il vivaio è innestata su cotogno: in questo caso è sconsigliato l’impianto in terreni calcarei (con più del 5% di calcare attivo), essendo il cotogno piuttosto sensibile. In questi terreni è preferibile porre a dimora nespoli innestati su biancospino.
Il periodo migliore per la messa a dimora del nespolo è in tardo autunno (novembre – inizio dicembre), ma può essere impiantato anche a febbraio – marzo. Se avete intenzione di piantare più alberi per la creazione di un piccolo frutteto, le distanze di impianto consigliate sono di 3 metri sulla fila e 4 metri tra le file. I fiori del nespolo sono comunque autofertili, quindi anche una pianta isolata potrà fruttificare.
Potatura
Per un frutteto familiare, la potatura è poco impegnativa. Lasciata libera, la chioma della pianta tende naturalmente ad assumere una forma globosa e i tagli possono limitarsi ad uno sfoltimento periodico dei rami eliminando quelli che hanno già fruttificato, stimolando così il rinnovo vegetativo. La produzione migliore si ottiene infatti sui rami di un anno, mentre la fruttificazione sui rami più vecchi risulta di qualità inferiore, in particolare per quanto riguarda le dimensioni del frutto.
In alternativa si può spuntare l’astone (cioè la pianta acquistata dal vivaio e appena trapiantata) ad un’altezza di circa 90 centimetri da terra ed allevare 3 – 4 rami da spuntare al terzo anno inclinandoli leggermente verso l’esterno e lasciandoli ramificare in modo da ottenere una chioma abbastanza aperta.
Concimazione
Solo nei terreni di scarsa fertilità è consigliabile distribuire letame annualmente, alla dose di 25 – 30 kg per pianta. L’anno successivo si può distribuire un concime composto contenente azoto, fosforo, potassio in rapporto 20 – 10 – 10 alla dose di 500 grammi per pianta e proseguire così ad anni alterni. Quando le piante saranno in piena produzione si impiegherà un concime chimico contenente magnesio alla dose di circa 1200 grammi per pianta. I concimi vanno distribuiti in modo uniforme attorno al tronco della pianta, in un raggio di circa 200 centimetri.
Irrigazione
Pianta molto resistente, non sono in genere necessarie irrigazioni. Solo in annate molto siccitose possono essere richieste irrigazioni di “soccorso”. Ricordiamo però di non creare ristagni idrici, che favorirebbero fenomeni di asfissia radicale e marciumi.
AVVERSITA’ E DIFESA
Il nespolo comune è molto resistente alle malattie e non sono in genere necessari interventi con fitofarmaci. I frutti possono essere soggetti a moniliosi, malattia provocata da funghi del genere Monilia che ne provoca il marciume. I frutti colpiti non vanno consumati e i frutti caduti a terra o rimasti secchi sull’albero vanno eliminati in quanto rappresentano una fonte di inoculo per l’anno successivo.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La raccolta dei frutti avviene a fine ottobre – inizio novembre, in corrispondenza con la caduta delle foglie. In quel momento la polpa è molto ricca di tannino e molto astringente, tale da essere impossibile consumarla. Per fare in modoc he il frutto divenga commestibile è necessario un periodo di ammezzimento: i frutti devono essere posti in un unico strato su paglia o trucioli di legno e collocati in un locale fresco e ben arieggiato a maturare. In un tempo variabile dalle due alle quattro settimane saranno pronti per il consumo. Possono inoltre essere impiegati per la preparazione di marmellate, gelatine e bevande alcoliche.