In questa guida spieghiamo come coltivare il carvi.
II carvi (Carum carvi L.), detto anche cumino dei prati, appartiene alla famiglia delle Apiaceae (Umbelliferae). È una pianta erbacea annuale o biennale, che nel primo anno è alta 20 cm, mentre nel secondo raggiunge anche 80 cm. La radice è fittonante. I fusti sono eretti, striati, ramificati e glabri. Le foglie basali compaiono al primo anno e sono alterne, picciolate, bi-tripennatosette, mentre le superiori sono sessili, divise in lacinie capillari e compaiono al secondo anno. L’infiorescenza è composta da ombrelle di 7–15 peduncoli e da ombrellette di una decina di fiori bianchi con cinque piccoli petali ovoidali. La fioritura avviene in giugno-luglio. Il frutto è un diachenio, falciforme, glabro, con coste ben distinte tra le quali sono posti i canali oleiferi, di colore bruno a maturazione, lungo 3 – 7 mm e spesso circa 1 mm. Il peso di 1000 “semi” varia è di 2.5 – 3.5 g. I semi conservano la capacità di germinabilità per 2- 3 anni.
CLIMA E TERRENO
Il carvi è originario delle zone europee ed eurasiatiche. Nei terreni freschi e permeabili, tipici dei prati montani e subalpini dell’Italia settentrionale, è spesso spontaneo ed infatti è comune tra gli 800 e i 2250 m, mentre è più raro a 200-300 m di altitudine.
La specie viene coltivata soprattutto in Olanda, e anche in altri paesi specialmente in Polonia, Spagna, Egitto, Turchia, Stati Uniti e Marocco.
Preferisce terreni leggeri con buona disponibilità idrica, ma si adatta bene anche ai terreni argillosi di origine alluvionale. Predilige terreni neutri o leggermente basici.
Risulta essere preferibile che il terreno sia ben esposto e soleggiato perché è una specie sensibile al gelo.
La temperatura del suolo necessaria alla germinazione è di 7 – 9 gradi.
TECNICA COLTURALE
Scelta varietale
Grazie al lavoro di miglioramento genetico, sono state selezionate
-varietà caratterizzate da un’elevata produzione di frutti come Rekord, ceca, caratterizzata da frutti, che rimangono ben saldati al peduncolo anche dopo la maturazione e che inoltre è dotata di da una elevata resistenza al Fusarium, Ekonom, caratterizzata da frutti, che a maturità sono caduchi, Sylvia, danese e Bleija, olandese.
-varietà caratterizzate da un alto contenuto in olio essenziale come ‘Kami’, danese, ‘Moravski’ e ‘Konczewicki’, polacche
-varietà caratterizzate dalla precocità di maturazione come ‘Mansholt’s karwijzaad’ e ‘Volhouden’, danesi.
Preparazione del terreno
La preparazione del terreno si effettua mediante aratura autunnale, seguita da lavorazioni di amminutamento del terreno primaverili, al fine di ottenere una struttura idonea ad ospitare i semi.
Concimazione
Sia nel primo che nel secondo anno si consigliano le seguenti dosi per ettaro
-in autunno
N: 50 – 60 kg P2O5 50 – 70 kg K2O 50 – 80 kg
-in primavera
N: 50 – 60 kg P2O5 100-120 kg K2O 80 – 100 kg
Impianto
La semina si esegue per semina diretta in primavera, nei mesi di marzo-aprile, su terreno preparato bene, ponendo la semente alla profondità di 1 – 2 cm, a file distanti 40 – 50 cm impiegando circa 8-10 kg/ha di semente, in modo da ottenere una densità intorno alle 50 piante per m2.
La densità non deve superare questo valore perché nelle coltivazioni troppo fitte le piante tendono ad avere una riduzione di fioritura dal 23 al 40% e i frutti prodotti hanno un contenuto in olio essenziale inferiore del 25-30% rispetto al normale.
Rotazioni
La coltura del carvi non dovrebbe ritornare sullo stesso appezzamento prima di 4 – 5 anni.
Irrigazione
Le precipitazioni richieste sono di 600-650 mm all’anno. Il maggiore fabbisogno idrico si verifica ovviamente durante i mesi caldi.
Cure colturali
Anche se non registrati da noi per il cumino, in letteratura si riportano, per il controllo delle malerbe, i seguenti principi attivi:
– al 1°anno in pre emergenza: prometrin (1 kg/ha), trifluralin + prometrin, (1+ 1 kg/ha), monolinuron (1.3 kg/ha) o linuron (1.2 kg/ha);
– al 2° anno, prima della ripresa vegetativa: linuron (1.2 kg/ha);
Se non si fa ricorso al diserbo, nel corso della coltura si devono eseguire lavorazioni meccaniche (sarchiature e zappettature) nell’interfila.
MALATTIE E PARASSITI
Tra le avversità entomologiche si possono verificare danni da parte di larve di un calcidide (Bruchophagus gibbus Boh.), che si nutrono dell’endosperma del seme.
Tra le avversità patologiche sono da segnalare:
-marciumi al colletto e alle radici delle giovani piantine da parte di funghi come Cercospora carvi West. et Luijk. e Fusarium oxysporium Schl. e da alcuni batteri del gen. Erwinia.
-danni sui fusti da parte di Depressaria nervosa Haw. e Sclerotinia sclerotiorum (Lib.) de By.
-danni sulle foglie da parte dell’Erysiphe umbelliferarum de By., agente del mal bianco.
-danni sui frutti da parte dei funghi Perisporiopsis melioloides (Berk. et Curt.) v. Arx., Protomyces macrosporus Ung. e Phoma anethi (Pers.) Sacc. e da parte dei batteri del gen. Pseudomonas e Xanthomonas.
Per evitare queste patologie è consigliabile effettuare la concia del seme.
Tra gli agenti dannosi è da ricordare anche un nematode del gen. Tylenchorynchus.
RACCOLTA
Epoca di raccolta
La raccolta si esegue in genere tra luglio ed agosto nel 2° anno, quando le ombrelle sono di colore marrone-giallastro e i semi sono nello stadio di maturazione cerosa.
Tecnica di raccolta
Si sfalciano le piante intere con delicatezza, al mattino presto o nel tardo pomeriggio. Poi, dopo 5 – 6 giorni, quando le piante sono completamente secche, si procede alla trebbiatura.
CONSERVAZIONE
Il seme ottenuto deve essere conservato in un luogo asciutto perché è piuttosto facile ad ammuffire.
RESE
La resa in frutti oscilla tra 1.2 e 2.0 t/ha, ma nel caso di varietà ad elevata resa si possono superare anche le 2.5 t/ha.
La resa in olio essenziale del frutto è variabile a seconda delle varietà, in quelle da olio è frequente raggiungere valori compresi tra il 4-5%; negli altri tipi il contenuto in olio oscilla intorno al 2,5%. I semi destinati all’industria liquoristica devono contenere almeno il 3,5% di olio.