In questa guida spieghiamo come coltivare l’issopo.
L’issopo è un suffrutice di 30-50 cm di altezza, con odore fragrante. I fusti sono eretti, legnosi in basso, con peli crespi minutissimi (0,1 mm). Le foglie (2-3×20-30 mm) sono sessili, opposte e lanceolate. I fiori, riuniti in spicastri terminali, hanno calici generalmente arrossati, conici e dotati di denti a forma di arista e corolle azzurro violette. La radice è fascicolata. Il peso di 1000 semi è di 0,8-1,2 g e la durata della facoltà germinativa è di 3 anni. L’issopo è una pianta coltivata e spontaneizzata in molti luoghi, per cui ora è difficile stabilire, dove sia realmente da considerare nativa. Il suo habitat naturale sono le rupi calcaree soleggiate nella fascia submediterranea (da 200 a 1200 m s.l.m), non come specie rupestre, ma piuttosto come colonizzatrice delle zone a graminacee (Xerobromion): di questo tipo sono le stazioni del Carso Triestino, della zona del Garda e della Valdadige; più raramente si trova anche sull’Appennino Umbro-Marchigiano, Abruzzo e Pollino. La subsp. aristatus (Godr.) Briq. figura come vulnerabile (VU) nella lista rossa della flora del Trentino. Risulta essere un’ottima pianta mellifera.
CLIMA E TERRENO
Preferisce i climi temperato e temperato-caldi ed i terreni calcarei ed asciutti, anche sassosi, purché soleggiati ed esposti a mezzogiorno. Grazie all’apparato sotterraneo, sopporta temperature molto basse (-15 °C) durante l’inverno e, come altre labiate (lavanda, timo, rosmarino), resiste al secco in estate. Non ama i terreni argillosi e compatti soprattutto se soggetti a ristagno idrico. La resa in olio essenziale diminuisce all’aumentare dell’altitudine
TECNICA COLTURALE
Scelta varietale
All’estero sono state costituite diverse varietà: ‘Blankit’ (Rep. Ceca), ‘Kekviragu’ (Ungheria) e ‘Perlay’ (Svizzera). Per uso ornamentale si trovano anche in commercio varietà a fiori bianchi, rosa, viola ed a fiori grandi.
Durata della coltura
Si aggira sui 4-5 anni, ma in coltura biologica, per un più agevole controllo delle malerbe, è consigliabile una durata non superiore a 2-3 anni.
Preparazione del terreno e concimazione (dosi per 100 m2)
Aratura autunnale (20-30) cm ed interramento del letame maturo (250-300 kg).
Fresatura o erpicatura primaverile ed interramento di: N 0,5-0,7 kg e 0,6-0,8 kg di P2O5 e 1-1,2 kg di K2O.
Impianto
Può essere fatto per seme o per moltiplicazione vegetativa. Nel primo caso si semina (1-2 g di seme/m2 mescolato con altrettanta sabbia fine) in semenzaio in serra fredda o calda in febbraio-marzo e le piantine possono essere trapiantate in maggio. Di norma per investire 100 m2 di terreno sono sufficienti 0,5 m2 di semenzaio. La semina può anche essere posticipata a metà marzo fine-giugno, così facendo il trapianto si eseguirà da agosto in poi.
Avendo a disposizione delle piante vecchie, si può fare anche la divisione dei cespi in marzo-aprile, oppure a fine estate (talee). In questo caso si utilizzano porzioni di rami laterali di 5-10 cm di lunghezza. Le distanze d’impianto variano in funzione della larghezza di lavorazione delle macchine e delle condizioni climatiche: la distanza varia da 30-40 cm sulla fila in file distanti 40-60 cm in modo da ottenere un investimento di 4-6 piante/m2,
Cure colturali
Risulta essere una pianta poco esigente in fatto di concimazione. In primavera, in prericaccio distribuire 0,3-0,4 kg di N, e 0,7-0,9 kg di P2O5 e K2O. Prevedere di eseguire almeno 2 o 3 scerbature, a macchina sulla fila ed a mano fra le file ed almeno un’irrigazione dopo il 1° taglio per favorire il ricaccio. In autunno si consiglia di rincalzare leggermente le piante
MALATTIE E PARASSITI
Può venire attaccato da agenti della ruggine delle foglie (Puccinia glechome DC.) e dell’oidio (Oidium erysiphoides Fr.) e da insetti minatori delle foglie. L’apparato radicale può a volte essere danneggiato da nematodi. Il miglior metodo è quello preventivo che consiste nel non lasciare troppo a lungo la coltura nello stesso appezzamento. Nella maggior parte dei casi tuttavia, non si richiedono interventi antiparassitari.
RACCOLTA E RESE
Si utilizzano i fusti con le foglie ed i fiori. Nel primo anno si effettua una sola raccolta quando la pianta è all’inizio (per essiccazione) oppure in piena fioritura (per distillazione) e ciò avviene in agosto/settembre. La raccolta si esegue sfalciando le piante a 15 cm da terra. La produzione diventa consistente nel 2° anno quando si eseguono generalmente due tagli, il 1° in giugno-luglio, il 2° in settembre/ottobre.
Per uso erboristico si adoperano solo le cimette fiorite, per la distillazione, la pianta intera.
La massa raccolta deve essere essiccata rapidamente in strato sottile perché tende a riscaldarsi. Le piante raccolte la mattina presto sono più ricche di o.e.. La temperatura di essiccazione deve raggiungere al massimo i 42 °C. Quando si commercializza “issopo mondo” gli si dà una prima essiccata in modo da ridurre il contenuto di acqua al 50%, poi si sbrolla a mano od a macchina per separare foglie e fiori dai fusti e quindi si completa l’essiccazione. La resa è di 1,5-2 q/ 100 m2 di pianta fresca al 1° anno e di 2,5-4 q negli anni successivi. Essiccando il raccolto la resa si riduce a meno di 1/3. Il rendimento in foglie monde è di circa il 50% della pianta secca. La resa in olio essenziale oscilla da 0,15 a 0,4 kg/100 m2 .