In questa guida spieghiamo come scegliere una compostiera da giardino.
Se vuoi fare dell’ottimo compost, utilizzando i resti della tavola e del giardino, allora ti serve una compostiera. L’acquisto di una compostiera può essere dettato dalla necessità di ridurre il conferimento in discarica dei rifiuti organici, oltre che dal desiderio di ottenere del concime naturale, da usare per nutrire le piante del giardino. Il fertilizzante che si può ottenere con una compostiera, infatti, va bene sia per l’orto che per i cespugli fioriti, e può essere sparso con successo anche intorno agli alberi. Però, prima di scegliere una compostiera, è bene comprenderne sia il funzionamento che l’uso corretto. Iniziamo quindi a capire come funziona una compostiera.
Caratteristiche Compost
Il compost può essere definito il risultato di un processo di biossidazione esotermico della sostanza organica operato da vari gruppi di microrganismi, in particolare batteri, funghi e attinomiceti. Questo significa che l’ossigeno è indispensabile e che durante il processo viene prodotto calore (processo esotermico). Al termine del processo la sostanza organica ha subito profonde trasformazioni chimico – fisiche che conducono alla sintesi di sostanze con elevato effetto fertilizzante e alla stabilità biologica del materiale che non si altera più.
La qualità del compost è fondamentale per il successivo impiego in agricoltura. Un compost di qualità deve presentare un elevato tenore di sostanza organica, essere ben stagionato e quindi stabile, un basso contenuto di sostanze inquinanti, e un basso livello di patogeni e semi di piante infestanti. Inoltre deve avere caratteristiche chimico fisiche idonee (dotazione di elementi nutritivi, porosità, bassa concentrazione di sali) per l’utilizzo agricolo.
La qualità di un compost dipende essenzialmente da due fattori: la natura dei materiali di partenza e la gestione del processo di compostaggio. Un adeguato processo di compostaggio richiede che durante lo svolgimento delle diverse fasi siano garantiti miscelazione accurata delle materie prime per ottenere una massa omogenea, rivoltamenti e arieggiamenti dei cumuli per garantire i processi di ossidazione, controllo di tutti i parametri fisici e chimici importanti (umidità, temperatura, ossigeno), riduzione degli odori e infine vagliatura, raffinazione e controllo chimico del prodotto.
Risulta essere possibile sottoporre a compostaggio qualsiasi tipo di materiale organico di origine vegetale, animale, industriale o civile. Il prodotto finale ottenuto sarà pertanto di composizione variabile perché variabile è la natura dei materiali di partenza. In particolare possono essere compostati
-frazione organica di rifiuti solidi urbani
-rifiuti vegetali da coltivazioni agricole
-segatura, trucioli, frammenti di legno purchè non trattato
-rifiuti tessili di origine vegetale
-rifiuti tessili di origine animale
-deiezioni animali da sole o in miscela con lettiera
-carta e cartone (non trattati);
-fanghi di depurazione;
Il compostaggio è operato da diversi tipi di microrganismi che attaccano le sostanze organiche per nutrirsene e le degradano. Una buona diversità microbiologica è un requisito fondamentale per l’ottenimento di un prodotto di qualità. I microrganismi presenti in un compost possono essere distinti in batteri, attinomiceti, funghi. Vediamoli più nel dettaglio.
-Batteri: rappresentano la maggior parte dei microrganismi presenti nei cumuli di compostaggio e diversamente dai funghi la loro presenza è considerevole in tutte le fasi del processo. I batteri sono, di norma, decompositori veloci in grado di utilizzare i substrati più semplici (zuccheri, aminoacidi) e gran parte dei prodotti intermedi del metabolismo fungino. I batteri sono presenti ad ogni valore di pH, ma l’intervallo considerato ottimale si colloca tra 6,5 e 8.
-Attinomiceti: gli attinomiceti sono comuni in molti ambienti grazie alla loro abilità di utilizzare diverse fonti di carbonio. Generalmente colonizzano il compost più lentamente rispetto a batteri e funghi, e si riscontrano soprattutto nei primi 15 cm del cumulo, dove l’aerazione è migliore. Questi microrganismi sono coinvolti nella degradazione di molti composti difficile da attaccare per altri microrganismi (cellulose, lignine, chitina) grazie alla secrezione di particolari enzimi.
-Funghi: sono considerati i microrganismi più importanti coinvolti nella degradazione di composti lignocellulosici. Quando il cumulo raggiunge la temperatura di circa 65°C, si osserva la scomparsa dei funghi, che torneranno a colonizzare la massa nell’ultima fase del processo.
-Altri organismi: una volta raggiunta la stabilizzazione del substrato di partenza i protozoi ed una vasta fauna microscopica comincia a colonizzare il compost. Essi insieme a rotiferi, acari ed insetti crescono a spese della microflora (batteri e funghi) e sulle spoglie di questa. Tale comunità contribuisce al processo di maturazione ed humificazione del substrato, migliorandone le caratteristiche finali.
Generalmente il processo di compostaggio viene attuato all’aperto, in cumuli ed in condizioni controllate. Possiamo identificare le seguenti fasi
-Fase mesofila di latenza: in questa fase abbiamo la degradazione delle sostanze più facilmente attaccabili quali proteine e zuccheri da parte dei batteri. La temperatura del cumulo inizia a salire per via dell’attività dei microrganismi. L’attività dei batteri decresce con l’aumentare della temperatura, fino ad arrestarsi attorno ai 40°C. E’ la prima fase del processo di compostaggio, dura in genere 1 – 2 giorni.
-Fase termofila o di stabilizzazione: entrano in azione attinomiceti e funghi. Se le temperature superano i 60°C i funghi sono fortemente inibiti, mentre gli attinomiceti proseguono la loro attività. In questa fase avviene l’igienizzazione del prodotto in quanto le elevate temperature raggiunte (anche oltre 70°C) provocano la morte di patogeni e dei semi delle piante infestanti eventualmente presenti. In questa fase, che può durare da pochi giorni ad alcune settimane, si osserva un forte attacco a cellulose, emicellulose e lignine.
-Fase di maturazione e di raffreddamento: quando il materiale facilmente degradabile è consumato la temperatura torna a diminuire, favorendo il reinsediamento di funghi e batteri che cominciano l’attacco dei materiali a base di cellulosa rimasti. A digestione completata la temperatura del cumulo si riavvicina a quella ambientale. Dura da poche settimane ad alcuni mesi.
compost e orto familiare
Utilizzo Compost
Il compost trova impiego in agricoltura come fertilizzante, in aggiunta o in alternativa al letame. La sua utilità è indiscussa sia nell’agricoltura da reddito che nell’agricoltura familiare, essendo in grado di apportare beneficio alla fertilità chimica del suolo, nonché di migliorarne le caratteristiche fisiche e biologiche.
Principali impieghi del compost in agricoltura
-Come fertilizzante: Il compost di qualità può rappresentare una valida alternativa al letame come fertilizzante del terreno ed è perfetto per un orto familiare. Oltre ad apportare sostanza organica per il ripristino della fertilità, esso fornisce elementi nutritivi indispensabili per la vita delle piante.
-Miglioramento delle caratteristiche fisiche del suolo: consente di incrementare la capacità di un suolo di trattenere acqua; inoltre, grazie ad un effetto di isolamento termico riduce il raffreddamento del terreno. Consente altresì di migliorare la permeabilità nei suoli pesanti e le capacità di assorbimento in quelli sabbiosi.
-Sfruttamento delle proprietà repressive: numerosi studi hanno dimostrato le proprietà repressive di numerosi tipi di compost nei confronti di vari patogeni dei vegetali, rendendo il loro utilizzo vantaggioso in agricoltura, in quando consentono una riduzione degli interventi antiparassitari. Anche questo aspetto è molto interessante in un orto familiare.
Le caratteristiche fondamentali che un compost deve avere per un corretto impiego in agricoltura sono
-bassa concentrazione di metalli pesanti, potenzialmente tossici per le piante e pericolosi per l’ambiente
-presenza limitata di materiali inerti, in particolare vetro e plastica
-assenza di patogeni e di semi di piante infestanti
-assenza di odori sgradevoli
-buon contenuto in sostanza organica ed elementi nutritizi
-assenza di sostanze che potrebbero essere tossiche per le piante
Tutte le caratteristiche del compost sono codificate per legge; la legislazione è in costante evoluzione per garantire un impiego di un prodotto di qualità e sicuro per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Come Utilizzare la Compostiera
Il funzionamento di una compostiera è estremamente lineare, perché il suo unico ruolo è quello di trasformare i rifiuti in compost. Questo avviene naturalmente a causa di un processo chimico. Questo, infatti, si innesca automaticamente grazie ad alcuni microrganismi, presenti nella compostiera, che contribuiscono al processo di decomposizione. Un processo che favorirà la nutrizione degli esseri presenti nel giardino, sia in modo diretto che indiretto. Infatti la materia organica contenuta nei rifiuti diventa concime e, quando lo poggi per terra, rilascia elementi nutritivi che modificano anche la struttura del suolo. Una scelta quindi, quella di mettere in attività una compostiera, che ti permetterà di risparmiare sul costo del terriccio e usare del compost naturale. La buona riuscita, ovviamente, dipende dalla giusta sequenza degli step da seguire. Vediamoli.
La compostiera deve essere collocata in un posto asciutto e ombreggiato, facendo particolare attenzione alle istruzioni. Non tutte, infatti, possono essere messe indiscriminatamente nei pressi delle abitazioni o, addirittura, sul balcone o a contatto con un pavimento. Poi la compostiera necessita anche di particolari attenzioni in dipendenza delle stagioni. Durante l’inverno, infatti, deve poter essere riparata dalle piogge, in modo che il compost non si infradici. Invece d’estate deve essere collocata all’ombra, per evitare che i raggi del sole, riscaldandola in maniera spropositata, facciano seccare il compost. Infine, prima di poggiarla, devi crearle una base che sia capace di assorbire i liquidi di decantazione. Per farlo ti basterà mettere per terra un cumulo di materiale misto, realizzato con foglie e rami, e ricoprirlo con un po’ di terra.
Appena avrai realizzato un fondo adeguato ci devi appoggiare sopra la compostiera, in modo che si assesti per bene, e poi iniziare a metterci dentro i rifiuti organici. Prima di iniziare però è meglio buttare sul fondo un po’ di terra del giardino, che servirà a fare partire il processo di fermentazione più velocemente. La terra prelevata dal giardino, infatti, è già ricca dei batteri che servono ad aggredire i rifiuti. Però, se preferisci, puoi acquistare un attivatore bello e pronto e metterlo direttamente nel compost.
I microrganismi che aggrediscono il materiale organico ne attivano la trasformazione in compost facendo aumentare anche la temperatura del cumulo. Quando il cumulo è in piena attività questa temperatura può raggiungere anche i 55 gradi. Però, quando termina lo stadio iniziale, essa scende di nuovo e si stabilizza su quella ambientale. Per controllare l’innalzamento della temperatura puoi poggiare la mano sulla sua superficie esterna e ti accorgerai subito che il processo è in piena attività.
Uno dei fattori che agevola il processo di decomposizione è la presenza nel cumulo di un discreto livello di umidità. Questa, infatti, deve essere costante durante tutta la fase di fermentazione che, tra l’altro, per proseguire in modo efficace, avrà bisogno di consumare parecchio ossigeno. Considera infatti che il compost che si mantiene troppo umido avvia, immediatamente dopo, dei fastidiosi e deleteri processi di marcescenza, con l’effetto di emanare cattivo odore. Quando succede devi porre rimedio mescolando per bene tutto il materiale che c’è dentro la compostiera con un bastone, oppure con un aeratore, in modo da fare assorbire l’acqua. A tale scopo puoi darti aiuto aggiungendo al cumulo altro materiale biodegradabile, come foglie, rami, erba e segatura. Se invece il cumulo è troppo secco, il processo di fermentazione rallenta quasi fino a bloccarsi. In questo caso devi agire nel modo opposto, quindi devi bagnare il compost e rigirarlo con il bastone. In pratica devi sempre mantenere il giusto equilibrio tra la parte asciutta e quella bagnata, in modo da ottenere il giusto grado di umidità.
All’interno del compost la presenza dell’ossigeno è fondamentale. Perché ciò avvenga il cumulo non deve mai essere tanto compatto da non far passare l’aria. Quando succede il processo di decomposizione si altera e crea marciume. Infatti, anche se le pareti esterne della compostiera non sono ermetiche e permettono il passaggio dell’aria dai fori, non sempre questa riesce a raggiungere le zone più interne. Per questa ragione devi forzarne la presenza, rivoltando l’insieme dei rifiuti e facendo attenzione a mettere, oltre ai resti della cucina, anche del materiale asciutto. La quantità di umidità è perfetta quando il compost supera la prova del pugno.
Per fare la prova del pugno devi prendere un po’ di compost e stringerlo leggermente all’interno del palmo della mano. Se gocciola allora è troppo umido, quindi devi aggiungere materiale secco, rimescolando il tutto. Se invece si sbriciola allora è troppo secco, e devi inumidirlo quanto basta per restituirgli il giusto tono. In ambedue i casi una buona mescolata con il bastone risulta essenziale per far sì che l’aria circoli dappertutto. Un’operazione che garantisce la sopravvivenza ai microrganismi, che servono per la fermentazione.
Nel compost il rapporto tra il carbonio e l’azoto deve essere sempre equilibrato. Ciò perché il carbonio aiuta i microrganismi a vivere, mentre l’azoto ne favorisce lo sviluppo e la proliferazione. Quindi un rapporto equilibrato tra questi due elementi accelera il processo di trasformazione. Se invece la presenza del carbonio, che è dovuta principalmente ai rami e alle foglie, risulta eccessiva, allora la decomposizione rallenta. Se invece ad essere sovrabbondante è l’azoto, che viene generato dai resti alimentari, allora c’è troppa ammoniaca e si sente subito il cattivo odore. Nel primo caso devi aumentare la presenza degli scarti della tavole e della cucina, mescolandoli accuratamente al fogliame. Se invece c’è troppa ammoniaca, allora devi aggiungere resti verdi dal giardino. Il rapporto tra carbonio e azoto si definisce con la sigla C/N e per essere funzionale deve rimanere tra un minimo di 20 e un massimo di 30.
Quando la compostiera è in fase di prima attivazione, la scelta migliore è quella di mettere al fondo un po’ di terra fresca, oppure del compost maturo. Dopo di che devi conferire i resti con un sistema alternato, mettendo prima uno strato di resti alimentari, poi uno di fogliame e così via. A questo punto devi curarlo rispettando gli accorgimenti a seguire. Quindi fai attenzione che il rapporto C/N e il grado di umidità siano mantenuti sempre tra i valori corretti. Ogni tanto mescola il tutto per mantenere la circolazione dell’aria anche negli strati interni. Non metterci dentro i resti di piante malate, legno verniciato, carta stampata e cartone da imballo, perché sono tutti elementi che fanno male al compost. Aggiungi le deiezioni degli animali domestici solo se il cumulo è capace di arrivare a sviluppare almeno 60 gradi, o non ucciderà i batteri fecali. Se aggiungi la cenere del camino e la farina di ossa, migliorerai l’apporto basico e lo arricchirai di fosforo e potassio. Se invece vuoi aggiungere azoto, metti dentro della cornunghia.
Come Scegliere la Compostiera
La prima cosa da decidere è quanto deve essere grande la compostiera. Una scelta da prendere in base alla tua produzione media di rifiuti e il tempo che questi impiegherebbero per trasformarsi in compost. In molti casi, se la produzione è abbondante, conviene prendere due contenitori. In questo modo puoi lasciare al primo il tempo di fare maturare i rifiuti, mentre nel secondo ricominci a stoccare gli avanzi. Se pensi che una famiglia di tre elementi fa circa 300 chili di rifiuti, allora ti basteranno due compostiere da 150 chili ciascuna. Secondo una tabella di conversione media, ogni chilo di pattume occupa lo spazio di mezzo litro. Quindi, volendo abbondare con le cifre, potrebbero bastarti due compostiere da 100 litri ciascuna. Se invece hai un giardino di 100 mq, allora gli scarti saranno prevedibilmente intorno ai 3 o 400 chili e il volume della compostiera va calcolato di conseguenza.
Le compostiere più comuni sono realizzate in legno, plastica o metallo. Analizziamole separatamente.
-Compostiera in legno
La compostiera in legno si adatta maggiormente al terreno, ma la sua facilità a marcire fa sì che debba avere delle finestre d’aerazione più grandi. Però questa caratteristica favorisce la fuoriuscita dei cattivi odori e attira insetti e piccoli animali. A causa dei processi degenerativi del compost, tra l’altro, il legno tende a rovinarsi facilmente e una volta collocato non è facile spostarlo altrove. In compenso la compostiera in legno generalmente è più capiente dei modelli in plastica, o in metallo, e ti consente di realizzare maggiori quantità di compost.
-Compostiera in plastica
La compostiera in plastica si lava molto facilmente e quando è vuota la puoi ricollocare dove vuoi. La sua capacità isolante è bassa e subisce facilmente gli sbalzi termici. Ciò comporta il rallentamento dei processi di fermentazione, oltre che una maggiore fuoriuscita di odori pesanti. È ottima per ottenere la torba, meno per fare il compost. La compostiera in plastica teme il gelo e le basse temperature in genere.
-Compostiera in metallo
Il modello in metallo è il più resistente tra le compostiere e non può essere rosicato dai topi. Anche la maturazione del compost è più veloce, perché immagazzina il calore in modo ottimale e mette i microrganismi nelle condizioni di lavorare al meglio. Infine la sua manutenzione è ridotta all’essenziale e la sua chiusura è 100% isolante e ermetica.
Compostiere da Giardino più Vendute
Nella lista che segue è possibile trovare le compostiere da giardino più vendute in questo periodo con il relativo prezzo. Cliccando sui prodotti presente nell’elenco è possibile accedere a una pagina in cui sono mostrate le caratteristiche tecniche e le opinioni degli acquirenti.