In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore concime granulare a lenta cessione.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il terriccio in cui vengono alloggiate le piante non contiene tutti i nutrienti di cui esse necessitano, in quanto simili substrati non sono pre concimati e garantiscono soltanto un supporto fisico all’apparato radicale, senza intervenire a livello chimico e biologico.
Di conseguenza, il terriccio deve essere considerato soltanto come un mezzo utile per contenere la porzione ipogea, cioè l’apparato radicale, dei vegetali.
Un adeguato nutrimento è uno dei presupposti fondamentali per ottenere piante rigogliose, produttive e in buona salute, capaci anche di contrastare l’attacco dei parassiti.
A partire dai mesi primaverili e fino all’autunno sarebbe buona norma somministrare regolarmente un corretto dosaggio di concime, il cui ruolo non è soltanto limitato ad accelerare l’accrescimento dei vegetali, ma soprattutto a offrire loro tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.
Cosa Sono i Concimi Granulari a Lenta Cessione
Grazie a uno specifico meccanismo d’azione, consistente in un graduale scioglimento a contatto con l’umidità del terreno, i concimi granulari a lenta cessione sono considerati prodotti ideali per tutte le specie vegetali.
Infatti, a differenza dei concimi a rilascio immediato che forniscono al terreno le sostanze di supporto tutte in una volta, quelli a rilascio graduato agiscono per periodi di tempo piuttosto prolungati, fino a 6 o 8 mesi.
Che siano arboricole, orticole, d’appartamento, grasse oppure acidofile, tutte le piante possono trarre notevoli vantaggi da un simile metodo di concimazione, che garantisce tra l’altro un perfetto bilanciamento.
Succede spesso che una concimazione squilibrata o insufficiente provochi l’insorgenza di problematiche di vario tipo, come indebolimento, arresto della crescita, clorosi e scarsa reattività alle parassitosi.
Ogni pianta mostra differenti esigenze, collegate alla specie e al tipo di terreno di coltivazione, ed è proprio riferendosi a tali caratteristiche che bisogna scegliere il fertilizzante più indicato.
I preparati a lenta cessione sono concimi granulari bilanciati e formulati per rimanere nel terreno per molto tempo, in modo tale da supportare la pianta in maniera equilibrata e continuativa.
La loro principale caratteristica è costituita dall’involucro esterno dei granuli, che è formato da un rivestimento in grado di dilatarsi a contatto con l’umidità e con le variazioni termiche.
Il contenuto interno, formato solitamente da potassio, fosforo e azoto, viene pertanto ceduto rispettando in maniera assolutamente naturale lo stato vegetativo della pianta.
Quando il terreno è più bagnato oppure la temperatura aumenta, si verifica una maggiore distribuzione del fertilizzante, che tende a limitarsi al diminuire di tali parametri.
Vantaggi dei Concimi Granulari a Lenta Cessione
La concimatura è un’esigenza per qualsiasi genere di piante, non soltanto per quelle da appartamento, che sono necessariamente confinate a contenitori di dimensioni ridotte, ma anche per quelle interrate, come arbusti per siepi e bordure, per quelle ornamentali di aiuole e fioriere, per le piante fruttifere e ortive, oltre che che per i manti erbosi.
Quanto maggiore è il numero delle piante invasate oppure interrate, tanto più impegnative si confermano le operazioni di concimazione che, tra l’altro, implicano l’impiego di preparati specifici e di tempistiche personalizzate.
Chi dispone di spazi verdi, come terrazze, balconi e soprattutto giardini conosce molto bene l’entità di un simile impegno, che deve essere seguito con estrema attenzione per garantire un perfetto bilanciamento dei prodotti.
Infatti non è soltanto la carenza di fertilizzante a provocare guai, ma è anche un suo utilizzo eccessivo, che può letteralmente bruciare i vegetali.
I vivaisti, i giardinieri e i coltivatori devono affrontare simili problematiche su larghissima scala, dato che il numero di piante da concimare raggiunge valori esponenziali e che l’impegno può diventare insostenibile sia dal punto di vista dello sforzo fisico che economico.
Partendo dal presupposto che la concimazione è una necessità imprescindibile per tutte le piante, è quindi opportuno scegliere il metodo più vantaggioso, efficace ed economicamente sostenibile.
Fino a poco tempo fa, i vivaisti erano soliti servirsi della fertirrigazione, un metodo secondo cui i fertilizzanti venivano miscelati all’acqua di bagnatura.
Una procedura efficace, ma che nel tempo si può rivelare insufficiente, in particolare nei sistemi di annaffiatura a pioggia, in cui la miscela di acqua e concime viene distribuita dall’alto e che quindi in quasi l’80% dei casi non arriva a destinazione, ma si disperde sul terreno.
Anche se la formulazione di simili preparati, costituiti da adeguate concentrazioni di liquido più concime, è corretta, la sua distribuzione non è mirata in quanto non può essere orientata soltanto sui vasi.
Oltre a un’evidente perdita economica, questa metodica si rivela anche svantaggiosa a livello ambientale, dato che i fertilizzanti assorbiti inutilmente dal terreno contribuiscono a inquinare l’ecosistema.
Un altro metodo usato dai coltivatori è poi quello di distribuire periodicamente il concime sulla superficie del terreno dei vegetali invasati, secondo il principio della concimazione di copertura.
Alternativamente i vivaisti ricorrono alla concimazione per incorporazione, consistente nel mescolare il concime al terriccio prima di invasare le piante.
Tutti queste tecniche tuttavia si sono rivelate inadeguate soprattutto per quanto riguarda l’azione del fertilizzante, che rimane confinata soltanto nel momento della sua applicazione.
Il settore della nutrizione delle piante si è notevolmente evoluto negli ultimi decenni, mostrando un trend sempre più vantaggioso sotto tutti i punti di vista.
Non è un segreto che numerosi fertilizzanti di vecchia generazione sono stati responsabili di nocivi fenomeni di eutrofizzazione dei mari e di aumento della concentrazione di nitrati nelle acque di fiumi e laghi.
Anche gli elevati costi di produzione dei prodotti indispensabili per un impiego su larga scala hanno inciso notevolmente sulla gestione delle tecniche tradizionali.
I concimi classici hanno quindi ceduto il passo agli innovativi fertilizzanti a lenta cessione , nettamente migliori sia quantitativamente che qualitativamente.
Simili prodotti, che sono idrosolubili ad alta purezza, spesso di sintesi biologica e inibitori della nitrificazione, hanno progressivamente sostituito i meno vantaggiosi concimi di pronto intervento.
In questo modo è stato possibile migliorare i fabbisogni nutritivi delle piante invasate senza rischiare l’accumulo di nitrati nelle loro parti commestibili.
L’avvento di tali fertilizzanti ha inoltre contribuito a evitare la ripetitività di applicazione, riducendo l’impegno economico, abbassando l’impatto ambientale e migliorando la qualità della resa finale.
Ogni granulo è avvolto da una membrana semipermeabile realizzata con oli vegetali, capace di regolare il rilascio degli elementi nutritivi in maniera graduale e bilanciata.
Risulta essere proprio grazie a tale membrana che essi sono protetti fino al momento in cui non vengono ceduti al terreno.
Attraversando l’involucro, il vapore acqueo presente nel terreno penetra nel granulo, e dopo aver sciolto i nutrienti in esso contenuti, aumenta il loro volume e quindi la pressione osmotica interna.
Di conseguenza essi vengono spinti verso il terreno in maniera graduale, poiché lo strato di resina funge da elemento regolatore.
Quando le piante accelerano il ritmo di accrescimento, di solito in seguito all’aumento di temperatura e di idratazione, il concime a lenta cessione aumenta di pari passo la velocità di trasferimento dei nutrienti.
Ne consegue che la pianta riceve il supporto di cui ha bisogno in quel preciso momento, utilizzando in maniera selettiva soltanto i composti che le servono.
Si tratta di prodotti sicuri e di facile impiego, in grado di arrivare direttamente a contatto con le radici senza perdersi nel terreno, e che possono essere applicati in qualsiasi fase del ciclo biologico della pianta.
La loro specifica modalità di rilascio limita al minimo oltre che nei pianali delle serre e nei sottovasi.
In seguito a controlli particolarmente rigorosi, tali concimanti vengono formulati con diverse tipologie di resina, che mostra differenti tempistiche di cessione, da 2 fino a 18 mesi.
In questo modo si crea un bilanciamento nutritivo ideale e perfettamente adattabile a ogni tipo di pianta, che cresce equilibrata e rigogliosa in quanto non sottoposta a carenze o sovradosaggio.
Come Scegliere i Concimi Granulari a Lenta Cessione
I concimi granulari a lenta cessione sono nati nella seconda metà degli anni Sessanta, in seguito a numerose ricerche scientifiche nel settore agrario.
Attualmente, questi fertilizzanti sono ormai diventati una necessità per la maggioranza dei florovivaisti professionali, che riescono così a risparmiare tempo, manodopera e denaro, ottenendo un’eccezionale resa finale.
I coltivatori infatti possono somministrare alle piante fertilizzanti bilanciati soltanto una o due volte all’anno, generalmente in primavera e in autunno, dato che simili prodotti cedono i nutrienti anche per 6-9 mesi, senza bisogno di intervenire più volte.
Recentemente la tecnologia produttiva di questi concimi si è sviluppata ulteriormente, finalizzandosi soprattutto sul miglioramento del rapporto tra qualità e prezzo.
Le definizioni lenta cessione e cessione controllata non sono sinonimi.
I concimi a lenta cessione, che si caratterizzano per la presenza di una matrice organica, come umido domestico, foglie secche, letame, eccetera, possono essere di due tipi
-prodotti organici naturali, come urea, letame, sangue secco, cornunghia e leonardite
-prodotti organici di sintesi, come fosfato ammonico di magnesio e isobutilidene-diurea.
I concimi a cessione controllata sono quelli granulari contenenti azoto, fosforo e potassio, in associazione ad altri microelementi come calcio, ferro, magnanese, magnesio, zolfo, zinco e molibdeno.
Quest’ultima tipologia di fertilizzanti prevede l’incapsulamento di un certo quantitativo di polvere compressa, racchiusa da una membrana brevettata che ne regola la fuoriuscita secondo tempi e modi prestabiliti.
Tali membrane sono formate prevalentemente da cera, resine, zolfo, latex oppure polimeri tra cui il polietilene.
Le tecniche di rilascio sono differenti a seconda delle varie tipologie di prodotto, a che se basate sostanzialmente sulle variazioni di pressione osmotica.
I granuli di fertilizzante sono circondati da una membrana organica permeabile all’acqua, al cui interno si trova un’elevata concentrazione di minerali.
Nel momento in cui l’acqua presente nel terriccio, che può essere in forma liquida o gassosa, attraversa la membrana, provoca un aumento di pressione osmotica endogena e spinge i nutrienti verso l’esterno.
Un simile processo continua fino alla completa decomposizione dell’involucro, quando il fertilizzante non è più in grado di svolgere il suo compito.
Alcuni concimi prevedono un doppio rivestimento del granulo, per aumentare la durata del tempo di cessione.
Le tempistiche di rilascio del fertilizzante possono essere influenzate dai seguenti fattori
-spessore, maggiori sono le sue dimensioni, più lungo è il tempo di cessione.
-durezza, il cui aumento provoca un allungamento dei tempi di rilascio.
-imperfezioni, che possono provocare rotture della superficie dell’involucro, provocando improvvisi aumenti di cessione.
-umidità, che agisce in maniera direttamente proporzionale alla concimazione.
-temperatura, che velocizza il rilascio aumentando il suo valore.
-PH, che incide sulla gestione di questi fertilizzanti dato che l’acidità del substrato stimola la cessione dei nutrienti, minore è il pH, maggiore è la cessione.
-attività microbica, che, nonostante abbia un impatto limitato sui concimi, può comunque modificarne il funzionamento.
Concludendo, si può quindi affermare che i concimi granulari a lenta cessione garantiscono come vantaggi semplicità di impiego, risparmio economico e migliore resa finale.
Prezzi Concimi Granulari a Lenta Cessione più Venduti
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