In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore terriccio per bonsai.
Chi apprezza i bonsai lo sa: la salute della pianta, indipendentemente dalla specie, passa da una cura ottimale del pane radicale, ovvero l’intricato insieme di radici capillari contenute in vaso. Ecco quindi che capire come scegliere il terriccio per bonsai diviene un passaggio indispensabile per una buona coltivazione, uno di quegli step imperdibili in mancanza dei quali qualsiasi albero è destinato a soffrire. Inoltre, se è la prima volta che ti avvicini a questo mondo affascinante, probabilmente ti sarà utile conoscere più da vicino le proprietà che un buon terriccio deve contenere, sia in termini di umidità, sia di porosità che di ariosità. I fattori da tenere in considerazione infatti, sono moltissimi, ed ogni bonsai necessita di una miscela precisa di componenti all’interno del vaso. Meglio l’akadama o la pomice? Perché alcuni maestri scelgono la ghiaia mentre altri si affidano al lapillo? Qual è il terriccio migliore per chi vive in ambienti umidi? Ogni bonsaista ha la sua ricetta personale, ma oggi cercheremo di aiutarti a scegliere un terriccio per bonsai perfetto per iniziare. Iniziamo quindi subito il nostro viaggio cercando di capire quali caratteristiche essenziali ricercare nei prodotti commerciali.
Come Scegliere il Migliore Terriccio per Bonsai
Iniziamo subito la nostra trattazione basandoci su un assunto fondamentale, la regola che ti permetterà di avere successo incontrastato come bonsaista (e non solo). Essa recita: “La formula magica per il terriccio bonsai perfetto non esiste”. Ciascun coltivatore di piante in vaso infatti, deve ricercare la condizione ideale per i propri bonsai in modo autonomo, osservando la pianta e ragionando su quelle che sono le sue esigenze in natura.
Se è la prima volta che ti poni questo problema, è abbastanza scontato che tu trovi delle difficoltà. Ecco perché per prima cosa ti consigliamo di suddividere in una prima classificazione le tue piante
-bonsai di conifera, in assoluto tra i più difficili da coltivare. Si tratta di alberi come pini, abeti, larici, tassi, ginepri e cipressi. Le conifere necessitano di un terriccio molto arieggiato, che asciughi velocemente e impedisca il più possibile il marciume radicale, uno dei nemici principali delle radici.
-bonsai di caducifoglia, all’interno dei quali rientrano alberi come aceri, olmi, faggi, querce, carpini, tigli, alcune specie di azalee e tutte quelle specie che con il cambio di stagione perdono le foglie. Queste specie prediligono terreni più umidi, freschi, talvolta con una piccola percentuale acida.
-bonsai sempreverdi, come per esempio il ficus, ideale anche per essere esposto all’interno delle abitazioni, oppure l’azalea, una meravigliosa pianta che si ricopre di fiori bianchi, rosa o rossi. Amano terricci molto drenanti, ricchi di scambio cationico e arieggiati.
Ciascuna di queste tre macrocategorie di pianta quindi, necessiterà di miscele particolari, spesso già vendute sotto queste denominazioni: terriccio per bonsai di conifera, terriccio per bonsai di caducifoglia e così via.
Senza dilungarci in tecnicismi, possiamo rispondere a questa domanda elencando le principali caratteristiche da ricercare in un terriccio bonsai
-granulometria
-ritenzione idrica
-drenaggio
-aerazione
-scambio cationico.
Se un terriccio che ti appresti ad acquistare garantisce questi quattro fattori, molto probabilmente nel giro di qualche anno ti troverai per le mani un bonsai degno di essere portato in mostra. Ma cosa significa ciascuna di queste voci? Se non ne hai la più pallida idea e vuoi saperne di più, continua pure con i prossimi paragrafi, in cui ti spieghiamo il significato di ogni proprietà anche adattandolo alle varie piante.
Granulometria
La granulometria dei vari terricci incide in modo considerevole sulla possibilità delle radici di espandersi o meno all’interno del vaso. Ecco perché generalmente, soprattutto quando si vogliono coltivare bonsai giovani o che necessitano di crescere velocemente, si tende ad inserirle in un substrato a granulometria spessa. Granelli di pomice, Akadama o altre terre tipiche del bonsai considerati “grandi” misurano dai 5 ai 10 mm, mentre terricci più fini arrivano a 2-6 mm o addirittura a granulometrie simili a quelle della sabbia, da 1 a 2 mm. Il nostro consiglio quindi è di scegliere un terriccio che sia più grande se per esempio hai piante in sofferenza che necessitano di un rinvaso di emergenza, magari perché colpite da marciume radicale. Se invece la pianta è in salute e necessita di un cambio di stile o di un rinvaso più routinario, una granulometria medio-piccola sarà più che adeguata. Sconsigliamo invece terricci sabbiosi per i principianti, poiché rendono molto più complicato riconoscere i corretti tempi di annaffiatura della pianta. Più è fine un terriccio infatti, maggiore sarà la sua ritenzione idrica. Vediamo meglio questo punto nel paragrafo seguente.
Ritenzione idrica del terriccio
Con il termine ritenzione idrica facciamo riferimento alla capacità del substrato di trattenere acqua. Questo dato è essenziale poiché i bonsai sono piante che vivono in vaso grazie al nutrimento apportato ai tessuti da radici molto sottili, anche conosciute come capillari. I tessuti dei capillari infatti, sono molto molto delicati, e ciascuna di queste piccole radici sottili come un capello necessita perciò di un terriccio sempre fresco, umido ma non troppo. La ritenzione idrica ottimale è quella che mantiene il substrato umido tra una innaffiatura e l’altra, senza però farlo rimanere grondante d’acqua per troppe ore consecutive. Essa dipende dalla composizione interna di ciascun granello, e se esso sia più o meno poroso. La pomice per esempio, presenta una buona ritenzione idrica ma anche un drenaggio molto elevato, risultando più resiste dell’akadama agli sbalzi di temperatura.
Drenaggio
Come anticipato, un buon terriccio bonsai deve far colare fuori dal vaso l’acqua in eccesso, garantendo respiro alle radici. La regola per un bonsai in salute è infatti rappresentata da un buon equilibrio tra acqua, aria e luce. Un buon drenaggio quindi non solo fa respirare le radici, ma le protegge anche dalla formazione di parassiti fungini e attacchi di malattie, uno dei nemici più temuti anche da bonsaisti esperti.
Tipologie di elementi e formule
Comprese le caratteristiche più importanti da cercare in un terriccio bonsai, è ora il momento di capire quali materiali sono in grado di garantirle al meglio:
-L’Akadama, il terriccio tipico del giappone dal colore rassastro, è un’argilla cotta in forno. Essa è disponibile in diverse granulometrie ed è spesso utilizzata per la coltivazione di grandi esemplari secolari, dalle conifere alle caducifoglie passando per le sempreverdi. L’akadama ha un ottimo scambio cationico, ovvero è in grado di mantenere al suo interno a lungo e trasferire il nutrimento preso dal concime alle radici, rendendolo sempre disponibile. Per contro, tende a sgretolarsi se sottoposta a elevati sbalzi di temperatura, ed è quindi adatta per piante mediterranee o comunque che non vivono ad altitudini importanti.
-La pomice, una pietra tipica di origine vulcanica è la risorsa ideale per chi vive al freddo e non vuole veder sbriciolarsi il terriccio per via degli sbalzi di temperatura. La pomice è molto porosa e chiara, e assorbe molto facilmente l’acqua senza però accumularla nel vaso.
-Lapillo, uno dei materiali più economici e usati dai neofiti, simile alla pomice ma con caratteristiche meno performanti. Può essere mischiato con terricci meno drenanti così da garantire miglior circolazione di aria.
-Terriccio pronto per bonsai con compost, si tratta della scelta più veloce, una scorciatoia adatta a chi non ha voglia di migliorare le sue capacità da bonsaista. Non può essere utilizzato da solo poiché tende a creare un effetto mattone che toglie aria alla radice, contribuendo quando bagnato alla formazione di funghi e altri parassiti.
Conclusioni
Il terriccio perfetto non esiste, ma se seguirai le nostre indicazioni siamo certi che riuscirai a ricavare quello più adatto alle tue esigenze. Non utilizzare mai un solo elemento, ma cerca di mischiarne sempre almeno 2 o 3 della stessa granulometria, in proporzioni da 50% e 50% oppure da 50%, 25% e 25%.
Terricci per Bonsai più Venduti
Nella lista che segue è possibile trovare i terricci per bonsai più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo. Cliccando sui prodotti presente nell’elenco è possibile accedere a una pagina in cui sono mostrate le caratteristiche tecniche e le opinioni degli acquirenti.