La composizione e le caratteristiche chimiche del terreno sono estremamente variabili e dipendono da molti fattori come tipo di terreno, clima, vegetazione, tipo di interventi agronomici e storia geologica del suolo. In una certa misura possono variare nel tempo e sono fondamentali per determinare l’attitudine alla coltivazione di un terreno. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche chimiche più importanti del terreno, senza approfondire troppo il discorso che nella sua interezza si rivela molto lungo e complesso.
ELEMENTI NUTRITIVI
Gli elementi nutritivi sono fondamentali per la vita delle piante, come del resto lo sono per gli animali e per l’uomo. Le piante però non possono spostarsi per la ricerca del cibo e devono quindi trarre gli elementi nutritivi dal terreno esplorandolo con le radici. Gli elementi nutritivi vengono distinti in
-Macroelementi : azoto, fosforo e potassio
-Mesoelementi: calcio, magnesio e zolfo
-Microelementi: ferro, cloro, manganese, rame, zinco, boro, molibdeno
Questa distinzione si basa sulla quantità richiesta dalle piante per vivere. I macroelementi sono richiesti in quantità maggiore, i microelementi in quantità molto limitate ma sono tutti indispensabili. Analizziamo ora gli elementi nutritivi più nel dettaglio.
Azoto (N)
Fondamentale per la crescita delle piante è presente nel terreno sia in forma organica che minerale. Un terreno viene definito mediamente dotato se il contenuto in azoto è compreso tra 0,1 e 0,15%. Viene assorbito dalle piante prevalentemente in forma nitrica e ammoniacale. Principali fonti dell’azoto nel terreno sono le concimazioni (organiche e minerali) e l’azotofissazione dell’azoto atmosferico operata da microrganismi simbionti del terreno.
Fosforo (P)
Nel terreno si origina naturalmente dai minerali fosfatici ed è apportato dall’uomo con le concimazioni. Solo una parte del fosforo presente nel suolo è disponibile per le piante; in un terreno mediamente dotato troviamo circa 10 – 20 ppm (parti per milione) di fosforo assimilabile.
Potassio (K)
Le quantità di potassio assorbita dalle piante talvolta eguagliano quelle dell’azoto e superano quelle del fosforo; il potassio non partecipa alla formazione di particolari composti organici nei vegetali, ma si trova nelle cellule come ione libero. Un terreno viene definito mediamente dotato se ha 80 – 150 ppm di potassio scambiabile (ovvero che può diventare disponibile per le piante, passando nella soluzione circolante).
Calcio (Ca)
Il calcio non solo è un elemento indispensabile per la vita delle piante, ma è importante anche per la qualità del terreno in quanto svolge un ruolo fondamentale per la stabilità strutturale del suolo e per le funzioni fisiche, chimiche e biologiche. Importante fonte di calcio per il terreno sono le letamazioni. Valori medi per un terreno sono di 2000 – 4000 ppm di calcio scambiabile.
Magnesio (Mg)
Nella pianta il magnesio entra a far parte della molecola della clorofilla; da qui si capisce l’importanza di questo elemento per i vegetali. Valori medi sono di 100 – 200 ppm di magnesio scambiabile. Risulta essere contenuto nei letami e nelle concimazioni organiche oltre che nei concimi chimici che recano in etiche tta un contenuto in MgO (ossido di magnesio).
Zolfo
Si trova nel terreno in forma minerale e organica (che in genere è prevalente). Le concimazioni organiche arricchiscono il terreno di zolfo, anche se non sempre l’importanza di questo elemento è tenuta nella giusta considerazione.
Microelementi
Oltre agli elementi nutritivi principali, altri elementi quali il ferro, il rame, il manganese, lo zinco, il boro e il molibdeno risultano indispensabili per la crescita delle piante. Il fabbisogno in microelementi delle piante viene generalmente soddisfatto dalla dotazione di cui dispongono i suoli, ma in alcuni casi si possono manifestare carenze anche gravi. Di contro i microelementi, se assorbiti dalle piante in quantità molto elevate, possono divenire tossici.
Il contenuto di microelementi in un suolo dipende in primo luogo dalla natura del substrato su cui esso si è formato ma come riserva di microelementi è importante anche la sostanza organica quindi le concimazioni a base di letame e compost.
La sostanza organica
La sostanza organica del suolo è un insieme di sostanze che possono essere suddivise, nelle seguenti frazioni
– residui inalterati di origine vegetale ed animale, ben riconoscibili per struttura e dimensioni.
– materiali organici costituiti da molecole come glucidi, lipidi, proteine, lignina, tannini ecc. che derivano dall’alterazione, operata dai microrganismi, dei residui vegetali e animali. Questi composti, esercitano funzioni importanti: possono costituire il materiale di partenza per la sintesi dell’humus; influiscono sui processi di scambio e la formazione della struttura del terreno e, in seguito a decomposizione, forniscono elementi nutritivi.
– il terzo gruppo di sostanze organiche, il più importante e determinante per quanto riguarda le caratteristiche chimiche e fisiche del terreno, è costituito dall’humus vero e proprio o humus stabile con natura chimica complessa e legato alla frazione minerale del terreno.
IL PH DEL TERRENO
Il pH è una misura dell’acidità di una sostanza, espressa in una scala che va da 0 a 14. Un pH pari a 7 indica che una sostanza è neutra (né acida né basica) se inferiore a 7 la sostanza è acida, mentre se è superiore a 7 è basica o alcalina.
Il pH (o reazione) del terreno influenza fortemente la vita delle piante e la destinazione del terreno da un punto di vista agricolo. Infatti il pH ideale per l’agricoltura si situa tra 6,5 e 7,5, valori ideali per la maggior parte delle piante. Alcune specie però prediligono pH inferiori a 6 e vengono definite acidofile o ossifile. Tra queste troviamo l’azalea, il rododendro e il mirtillo. Altre specie invece, definite anossifile, prediligono pH superiori a 7,5 come la liquirizia, la ginestra e le tamerici. Esistono pratiche agronomiche per correggere il pH dei terreni eccessivamente acidi o eccessivamente basici, ma richiedono forti investimenti e non sempre forniscono buoni risultati.
SOLUZIONE CIRCOLANTE E POTERE ADSORBENTE
La soluzione circolante è l’acqua contenuta nel terreno con le sostanze in essa disciolte. La sua importanza è elevatissima in quanto le piante assorbono gli elementi nutritivi unitamente all’acqua del terreno. Deve essere considerata unitamente al potere adsorbente, che è la capacità della parte solida del terreno (sostanza organica e minerali) di trattenere gli elementi nutritivi. Tali elementi nutritivi, trattenuti in modo labile possono passare nella soluzione circolante e diventare così disponibili per le piante. Il potere adsorbente di un terreno dipende dal tipo di terreno, dai suoi costituenti minerali e dalla sostanza organica presente. Un indicatore del potere adsorbente è la capacità di scambio cationico che deve idealmente essere compresa tra 12 e 18.
SALINITA’
La salinità indica la presenza di sali (carbonato di sodio, carbonato di magnesio, cloruro di sodio, solfato di calcio, etc) nel terreno. Vengono considerati salini se hanno più dello 0,35% di sali.
La resistenza alla salinità dipende dal tipo di coltura. Resistono bene alla salinità la soia, la bietola e il sorgo; sono invece molto sensibili il fagiolo, la carota e la fragola.