In questa guida spieghiamo come coltivare la valeriana nell’orto.
La valeriana (Valeriana officinalis) è una pianta perenne della famiglia delle Valerianacee. Viene chiamata anche erba dei gatti poichè, come altre piante, ha un’azione molto attrattiva nei confronti di questi animali, sui quali ha una effetto simile a quello di una droga.
La coltivazione della valeriana in un orto familiare è molto semplice, e la pianta può essere impiegata per la preparazione di tisane con effetto calmante ed ha anche un bel fiore. La valerianella (Valerianella olitoria), appartenente alla stessa famiglia viene invece comunemente usata in insalata.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Risulta essere una pianta perenne rizomatosa, che vive per più anni. I fiori sono riuniti in gruppi, sono di colore bianco e sbocciano da maggio fino a luglio. Le foglie sono opposte, con margine seghettato e forma allungata. Il fusto erbaceo ha colore verde chiaro, ma diventa più scuro mano a mano che la pianta invecchia. Può raggiungere un altezza di 150 cm se l’ambiente è ideale.
I fiori sono piccoli, ermafroditi, con corolla bianca o rosea, disposti in grandi infiorescenze composte. Il frutto (2-5 mm) è un achenio di colore bruno-giallastro e di forma ovato-oblunga. Il peso di 1000 semi è di 0,5-0,7 g.
Le specie/sottospecie coltivate per scopi medicinali sono
– officinalis : presente nei prati umidi, sponde, boschi umidi da 0 a 1400 m s.l.m. di tutte le regioni italiane, meno che nelle isole; fiorisce in maggio-luglio
– collina Wallroth : presente nei prati aridi, bordi di vie, da 0 a 1400/2100 m s.l.m., delle regioni settentrionali e dell’Abruzzo; fiorisce in maggio-luglio
– sambucifolia : presente nei boschi umidi, sponde, ruscelli boschivi da 600 a 1800 m s.l.m., del Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige; fiorisce in giugno-agosto
ESIGENZE AMBIENTALI
La valeriana cresce in ambienti umidi, nei boschi e nelle praterie fino ad un’altezza di 1500 metri. Il terreno ideale è ricco di sostanza organica, fertile e senza ristagni idrici. Per quanto riguarda l’inverno non ci sono problemi: sopporta temperature anche di quindici gradi sotto zero.
COLTIVAZIONE
Preparazione del terreno
In un orto familiare è sufficiente una zappatura, affinando bene il terreno.
La concimazione nei terreni normali è la seguente (dosi per ettaro): N 130-150 kg; P205 70-90 kg; K20 200 – 220 kg.
La valeriana è dunque, come quasi tutte le piante da radice, una specie potassofila.
Rotazioni
La valeriana non deve seguire a se stessa e neppure a delle Malvaceae. Segue bene i cereali, le colture sarchiate oppure un prato stabile.
Propagazione
La valeriana può essere moltiplicata per seme, seminando in primavera in un semenzaio. La crescita sarà però più lenta, in quanto si dovrà attendere l’anno successivo per trapiantarle a dimora su terreno lavorato.
Un metodo più rapido è la divisione dei rizomi, prelevandoli da una pianta madre e trapiantandoli direttamente a dimora. Come unica accortezza dovrete controllare che i rizomi possiedano almeno una gemma. Le distanze di impianto consigliate sono di 20 cm sulla fila e 70 cm tra le file.
In alternativa potrete acquistare delle piantine in un vivaio e trapiantarle a dimora nel periodo primaverile.
Cure colturali
La coltivazione della valeriana è facile per la rusticità della pianta. Le annaffiature non dovranno essere troppo frequenti per evitare di creare condizioni di umidità eccessiva nel terreno. Le infestanti vanno rimosse manualmente, per il resto non vi sono particolari operazioni da effettuare.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le radici, utilizzabili in erboristeria, possono essere raccolte in autunno o primavera su piante di almeno due anni.
Nel caso di semina o di trapianto primaverili, la raccolta delle radici si deve fare alla fine di ottobre o inizio novembre dello stesso anno. Se la semina o il trapianto sono avvenuti in estate o in autunno, la raccolta si eseguirà l’anno successivo.
Le radici, che penetrano nel terreno per 20-25 cm, devono essere tolte con attrezzi manuali o meccanici.
Nel caso di trapianto primaverile si ottengono 120-140 q/ha di radici fresche, corrispondenti a 40-47 q/ha di radici secche; con la semina primaverile si raggiungono 90-100 q/ha di radici fresche, corrispondenti a 30-33 q/ha di radici secche; nel caso di impianto per divisione di cespi si avranno 210-220 q/ha di radici fresche, corrispondenti a 70-73 q/ha di radici secche.
Preparazione delle radici ed essiccamento
– Lavaggio delle radici con getto d’acqua.
– Taglio delle radici in pezzi lunghi 3-10 cm.
– Essiccamento alla temperatura di 40°C (temperature superiori influiscono negativamente sul contenuto di principi attivi). L’essiccamento si protrarrà per 20-40 ore, finché le radici si lasciano spezzare con facilita. II contenuto di umidità non dovrebbe superare l’8%
La valeriana è un ottimo calmante e si impiega contro gli stati d’ansia e in caso di insonnia. I componenti più importanti sono l’acido valerianico ed alcuni alcaloidi.
AVVERSITA’ E DIFESA
La coltivazione della valeriana in un orto familiare non presenta particolari problemi per quanto riguarda la difesa da parassiti o malattie.
Si possono però manifestare attacchi di Septoria sp. che provocano delle macchie brune di qualche mm di diametro sulle foglie e di oidio che invece forma delle macchie bianche di aspetto cotonoso. Nel primo caso si può intervenire con prodotti a base di maneb e zineb (2 kg/ha di prodotto commerciale), nel secondo a base di benomil (Benlate) alla dose di 3 g/hl di acqua.