In questa guida spieghiamo come coltivare la Verga d’Oro
Solidago virgaurea L. è una specie circumboreale, diffusa in Europa, nel Nord Africa ed in Asia. In Italia è presente in tutte le regioni, eccetto che in Sicilia. Si tratta di una specie erbacea perenne. Lo stelo è eretto, alto fino a 80 cm, glabro o scarsamente pubescente. Le foglie della rosetta basale sono lanceolate, con margine dentellato, e provviste di picciolo, mentre quelle dello stelo sono sessili e sempre più piccole man mano si va verso la cima. I capolini, riuniti in una pannocchia, sono gialli. La fioritura avviene da luglio ad ottobre. Il frutto è un achenio (3 mm) costato, pubescente. Questa specie si trova spontanea nei boschi, boscaglie e pascoli, dalla pianura fino ai 2000- 2500 m di altitudine. Nelle aree ruderali, nelle zone paludose e negli incolti umidi dell’Italia settentrionale sono presenti anche alcune specie di Solidago provenienti dal Nord America, importate come piante ornamentali e quindi inselvatichite ed acclimatate. Si tratta delle specie S. gigantea (syn. S. serotina), S. canadensis e S. graminifolia. Queste tre specie si distinguono da S. virgaurea per la loro taglia più elevata e per la piccolezza dei capolini. Il peso medio di 1.000 semi è di 0,4 g.
Esigenze Colturali
Per ciò che concerne il clima, la specie non presenta particolari esigenze, in quanto è già presente allo stato spontaneo in quasi tutta Europa. Per ottenere buone produzioni si eviteranno in ogni caso i posti troppo aridi e troppo caldi d’estate. Pur essendo poco esigente in fatto di suolo, la V. va coltivata preferibilmente su terreni leggeri, ben drenati e privi di ristagni d’acqua, per evitare il pericolo dell’insorgere di una malattia che determina l’appassimento e quindi la morte delle piante. Inoltre verranno scelti terreni poco infestati da malerbe. Si deve prevedere il ricorso all’irrigazione, poiché questa specie, nel primo anno di vita, ha uno sviluppo molto lento ed abbisogna d’acqua.
Coltivazione
Avvicendamento colturale
La V. segue bene i cereali, non conviene invece coltivarla dopo colture che vengono facilmente attaccate da funghi o batteri (per es. la patata).
Risulta essere consigliabile mantenere pause di 4-5 anni tra una coltura e l’altra di V..
Preparazione del terreno
Le solite lavorazioni necessarie ad ottenere un corretto affinamento del terreno.
Metodi di propagazione e preparazione delle piantine
Il seme commerciale dovrebbe avere il 70 % di germinabilità. Per la preparazione delle piantine necessarie ad investire un ettaro, sono sufficienti 100 g di seme che va seminato in serra nel mese di febbraio, dopo averlo trattato con concianti, ad es. Polyram combi (Metiram). Per ogni m2 di semenzaio si distribuiranno 10-15 g di seme, che va coperto, fatto aderire al terreno e mantenuto ad un giusto grado di umidità. Dopo la germinazione, per impedire l’insorgere di malattie da fungo, è consigliabile trattare con una soluzione di Previcur (Propamocarb) allo 0,1%.
Dopo 4-6 settimane si può ripicchettare, possibilmente in pots adatti al trapianto ed alle macchine che si intendono adoperare per tale operazione.
Impianto e durata della coltura
Le piantine di V. si trapiantano in marzo: prima si pianta, più lungo è l’effetto sulle piante del periodo di freddo, che contribuisce a favorire l’induzione fiorale.
L’investimento ottimale è di 67-100.000 piante/ha, che si ottiene con distanze d’impianto di 50 x 30-20 cm tra le file e sulla fila.
La coltivazione della verga d’oro dura generalmente 2 anni.
Fertilizzazione
Per limitare i rischi di sviluppo di malattie fungine, si sconsigliano le concimazioni organiche; si possono invece effettuare concimazioni chimiche ad es.: concimazione di fondo:
P2O5 50 kg/ha K2O 180 kg/ha
N : 20 kg/ha prima dell’emissione dei germogli fiorali – 1° anno;
120-150 kg/ha – in due volte – al 2°anno.
Lavorazioni del terreno e controllo delle erbe infestanti
Il lavoro più impegnativo e più gravoso dopo il trapianto è la lotta alle malerbe che si realizzano mediante sarchiatrici multiple tra le file ed a mano sulle file, facendo molta attenzione a non danneggiare le piantine perché altrimenti si facilita l’insorgere di malattie da funghi.
Irrigazione
Da eseguirsi subito dopo il trapianto e nelle prime fasi di attecchimento.
Quando le piante si sono ben sviluppate, si interviene invece solo in caso di siccità prolungata. I volumi oscillano da 100 a 250 m3/ha.
MALATTIE, PARASSITI E DIFESA
Per evitare malattie da fungo durante il periodo giovanile si può impiegare, sia in serra che in pieno campo, Polyram combi (Metiram).
La V. va inoltre soggetta all’arricciamento virale trasmesso dagli afidi contro il quale si possono adoperare soluzioni a base di piretro o piretroidi, ad es. Deltamethrin (Decis 0,02%).
RACCOLTA E RESE
La V. si raccoglie alla fioritura, questo tuttavia comporta che nella droga ci sia un’alta percentuale di pappi che non sono desiderati dalle industrie di trasformazione. Per evitare questo inconveniente di deve anticipare la raccolta.
Per quanto riguarda l’altezza del taglio, occorre raccogliere tutto lo strato fiorito (h: 40-50 cm).
La raccolta si può eseguire con falciatrice o falciacaricatrice.
Le rese al 1° anno sono di circa 1,5-2,5 t/ha di prodotto fresco, pari a 0,4-0,6 t/ha di droga;
al 2° anno le rese sono molto più alte: 20-30 t/ha di prodotto fresco, cioè 6,5-10 t/ha di droga