Ogni pianta bisogno di alcuni elementi chimici per potersi sviluppare. A seconda della quantità richiesta per la crescita, gli elementi nutritivi si distinguono in macronutrienti e micronutrienti.
Come tutte le definizioni, pure questa è inadeguata a descrivere l’effettiva realtà del mondo vegetale, ma approssima abbastanza bene il funzionamento delle piante. I macronutrienti entrano a far parte di molte strutture delle piante come il DNA, la cellulosa, il legno, le proteine. I micronutrienti sono coinvolti soprattutto nel buon funzionamento della pianta.
Va ricordato che gli organismi non sono un miscuglio di sostanze nutritive, ma piuttosto una ragnatela di elementi interconnessi tra loro, quindi una carenza nutritiva può essere dovuta ad una malattia, ad una fisiopatia (sofferenza dovuta alle condizioni ambientali) o addirittura alla carenza/eccesso di un altro elemento.
Prima dell’impianto è bene sapere le esigenze della pianta e le caratteristiche del proprio terreno. Questa analisi ci permette di intervenire nel modo migliore, apportando ciò che manca ed evitando di sprecare elementi.
Infine è preferibile utilizzare concimi naturali o a lenta cessione, poiché non sono facilmente dilavati dalle piogge e la pianta potrebbe reagire in modo errato all’eccesso nutrizionale. Inoltre le piante sono molto più sensibili ai rapporti tra le varie sostanze nutritive, piuttosto che alla carenza di un singolo elemento. I concimi naturali, per le loro caratteristiche chimiche, rilasciano i nutrienti in maniera graduale e bilanciata… e poi hanno quel qualcosa in più, per capire questo ci vorrebbe una lunga discussione sulle proprietà dei sistemi complessi, ma un esempio sarà più efficace: se si lascia del brodo esposto all’aria irrancidisce in un batter d’occhio, il concime liquido diluito no, eppure hanno la stessa composizione chimica.
Macronutrienti
Carbonio (C)
A differenza degli animali, che devono procurarsi il carbonio andando a cercare il cibo, le piante hanno imparato a sfruttare l’aria. Infatti la fonte di carbonio delle piante è l’anidride carbonica (CO2), quindi non si riscontreranno mai carenze di questo elemento, anzi dato che è uno dei gas responsabili dell’effetto serra, è in aumento. È dunque più probabile riscontrare un eccesso nutrizionale. Le piante rispondono all’aumento di anidride carbonica aumentando la loro fotosintesi (il processo che usa la luce per fissare il carbonio della CO2 all’interno della pianta) e la loro crescita, ma fino ad un certo punto, oltre il quale le piante iniziano ad emettere CO2, con conseguenze disastrose!
Ossigeno (O) e Idrogeno (H)
La fonte di questi elementi per le piante è l’acqua (H2O), se si innaffia regolarmente, aspettando che il terreno asciughi tra una annaffiatura e l’altra, non dovrebbero esserci problemi.
Azoto (N)
Questo elemento, nonostante il nome funesto (significa “mancanza di vita”), è importantissimo nell’economia della pianta. Esso entra a far parte delle proteine e del DNA, i mattoni fondamentali della vita.
Le fonti principali di azoto, per la pianta sono
-Nitrato (NO3-) o anidride nitrica (N2O5).
-Nitrito (NO2-) o anidride nitrosa (N2O3).
-Ammoniaca (NH3).
-Azoto atmosferico (N2).
Quest’ultimo è utilizzato solo dalle leguminose (piselli, fagioli, fave, ginestre, trifoglio, robinia, albero di giuda, etc.). Queste piante grazie a dei batteri che vivono nelle loro radici riescono a vivere d’aria!!
I sintomi da carenza d’azoto sono
-Clorosi (ingiallimento delle foglie) prima nelle foglie vecchie e poi in quelle giovani.
-Caduta delle foglie (dopo la clorosi).
La carenza può presentarsi in primavera, quando la crescita è sostenuta. Bisogna evitare che il terreno sia saturo d’acqua, perché altrimenti il nitrato è trasformato in azoto atmosferico e quindi perso.
L’eccesso di azoto si manifesta
-Sviluppo della parte aerea e radici poco sviluppate.
-Fogliame verde scuro.
-Spaccatura dei frutti maturi.
-Ritardo o anticipo della fioritura.
-Germogli teneri.
-Suscettibilità a malattie fungine e parassitarie (afidi soprattutto).
Quindi è meglio non abbondare con le concimazioni.
Fosforo (P)
Il fosforo entra a far parte del DNA e delle membrane cellulari ed è la maggior riserva energetica della cellula (una specie di batteria). È assorbito sotto forma di ortofosfato (PO4—) (sui concimi si trova scritto anidride fosforica P2O5).
Il fosforo è più o meno solubile a seconda del pH (acidità) del terreno, quindi suoli basici e/o calcarei e/o acque irrigue troppo calcare possono provocare carenze di questo elemento. Alcune piante, le acidofile potrebbero avere dei problemi di carenza di fosforo se piantate in terreni neutri o basici. Però prima della carenza di fosforo si presenta la carenza di ferro.
I sintomi da carenza di fosforo sono
-Sviluppo stentato.
-Zone necrotiche.
-Perdita delle foglie più vecchie.
-Accumulo talvolta di pigmenti rossastri.
-Foglie verde intenso.
-Clorosi lungo le nervature fogliari (a partire dalle foglie giovani).
-Aumento dell’apparato radicale.
Di solito il fosforo si fornisce in estate quando la pianta produce le riserve per l’inverno.
L’eccesso di fosforo provoca
-Ipertrofia degli apici vegetativi.
-Ipersensibilità ai patogeni.
-Anticipo della maturazione dei frutti.
Zolfo (S)
Lo zolfo è un componente di alcune proteine e svolge alcune funzioni basilari nella pianta. Esso è molto abbondante in quasi tutti i terreni e si trova in forma di solfato (SO4–) e come tale viene assorbito.
Le carenze di zolfo sono rare e si presentano così
-Clorosi generalizzata, più accentuata sulle foglie giovani.
-Crescita stentata.
-Foglie apicali piccole.
-Accartocciamento anomalo delle foglie.
Spesso le crucifere (cavoli di tutti i tipi, rucola, broccoli) usano molto zolfo e quindi potrebbero soffrire di carenze. Le carenze sono più frequenti quando la pianta cresce vigorosamente.
L’eccesso di zolfo causa
-Acidificazione del suolo, con conseguenti carenze di Mg, Mo, Ca.
-Problemi dovuti ad eccesso di alluminio, ferro e altri metalli.
-Clorosi non uniforme (aspetto screziato) della foglia soprattutto negli agrumi.
L’acidifcazione del suolo da parte dello zolfo è impiegata per correggere le carenze di ferro e fosforo. In questo caso si usa o zolfo puro o gesso (solfato di calcio) mescolato nel terreno e innaffiato abbondantemente.
Potassio (K)
Il potassio ha una funzione importantissima, controlla il turgore delle cellule e il turgore è responsabile dell’accrescimento della pianta. In generale la pianta sta meglio in presenza di potassio, fiorisce abbondantemente, produce più frutti, resiste meglio ai parassiti. Il potassio è presente come ione positivo (K+) nel terreno ed è molto solubile… troppo! Nei terreni sabbiosi è facilmente dilavato dalle piogge, mentre nei terreni argillosi è saldamente legato alle particelle del suolo ed è facilmente assorbito dalle piante.
La carenza di potassio provoca
-Indebolimento dei fusti erbacei.
-Clorosi a chiazze seguita da comparsa di zone necrotiche lungo i margini delle foglie.
-Annerimento di alcune zone delle foglie. I sintomi si presentano prima nelle foglie vecchie.
-Maggior sensibilità verso agenti patogeni.
-Alcune piante crescono a rosetta (cioè non sviluppano il fusto).
Magnesio (Mg)
Il magnesio è l’atomo centrale della clorofilla e stabilizza parecchie sostanze presenti nella cellula. E’ abbastanza comune in natura e viene fornito anche tramite l’acqua di irrigazione sotto forma di calcare (carbonato di magnesio MgCO3)
I sintomi da carenza di magnesio sono
-Clorosi a chiazze(a partire dalle foglie vecchie).
-Perdita precoce delle foglie più vecchie.
-Chiazze giallognole o violacee sulla lamina fogliare.
-Ripiegamento verso l’alto dei margini fogliari.
Calcio (Ca)
Il calcio ha funzioni importanti nella costituzione della membrana delle cellule vegetali e svolge un ruolo nei messaggi tra le cellule. E’ molto abbondante in natura e si trova in forma di calcare (carbonato di calcio CaCO3), sue eventuali carenze si possono riscontrare dunque in suoli acidi.
Le carenze di calcio si presentano così
-Clorosi delle foglie giovani, seguita da necrosi e caduta.
-Foglie deformate.
-Colore delle foglie opaco.
L’eccesso di calcio causa
-Basificazione del suolo, con conseguenti carenze di K, N, Mg.
-Clorosi ferrica, con necrosi delle foglie.
-Crescita stentata.
I problemi da eccesso di calcio si riscontrano nelle piante acidofile, che quindi non tollerano i terreni basici e calcarei.
Micronutrienti
Ferro (Fe)
Il ferro è utile per la costruzione di molte molecole della pianta, tra cui la clorofilla. Il ferro è assorbito come ione ferroso (Fe++). Come tutti sappiamo il ferro all’aria arrugginisce, la ruggine non è altro che l’ossido ferrico, cioè il ferro è nella forma Fe+++. Quindi il ferro in natura è difficilmente disponibile per la pianta, infatti le carenze di ferro sono facilmente riscontrabili in molti tipi di piante. In terreni calcarei, ma non solo, il ferro forma composti insolubili (talvolta si vedono addirittura, sono gli strati di terreno rossastri). Anche l’eccesso di altri elementi può ostacolare l’assorbimento del ferro, tra questi vi è l’alluminio. Quest’ultimo elemento è presente nell’azzurrante delle ortensie (solfato d’alluminio) che già sono soggette a fenomeni di carenza di ferro.
I sintomi da carenza di ferro sono
-Clorosi molto pronunciata delle foglie giovani a partire dalle nervature.
-Estensione della clorosi a tutta la pianta.
L’eccesso di ferro provoca
-Fitotossicità (morte della pianta dopo avvizzimento).
Il ferro è più o meno solubile a seconda del pH (acidità) del terreno, quindi suoli basici e/o calcarei e/o acque irrigue troppo calcare possono provocare carenze di questo elemento. Alcune piante, le acidofile potrebbero avere dei problemi di carenza di ferro se piantate in terreni neutri o basici. La carenza di ferro insorge dopo la fase di ripresa primaverile.
Manganese (Mn)
Il manganese è coinvolto nella trasformazione dell’anidride carbonica in zuccheri e in altre vie di sintesi della pianta. E’ assorbito come ione divalente (Mn++). In terreni basici e troppo sabbiosi può non essere assorbito dalle piante.
La carenza di manganese provoca
-Clorosi tra le nervature delle foglie (generalmente a chiazze o a striature) seguita da necrosi.
Zinco (Zn)
Lo zinco è coinvolto in numerose vie metaboliche delle piante, tra cui la sintesi delle auxine (gli ormoni della crescita vegetale). E’ presente nel terreno ed è assorbito nella forma Zn++. In terreni basici possono verificarsi carenze di questo elemento. Anche l’eccesso di fosforo può impedire l’assorbimento di quest’elemento rendendolo insolubile.
La carenza di zinco provoca
-Crescita stentata.
-Crescita a rosetta (gli apici si presentano come delle rose), tipica di melo e pero.
-Clorosi tra le nervature delle foglie vecchie, soprattutto nel pesco.
-Deformazione del margine fogliare.
Rame (Cu)
Il rame è importante nella fotosintesi e nella respirazione delle piante. E’ presente nel terreno nella forma ridotta Cu+ ed è assorbito nella forma Cu++. È facilmente disponibile, perciò le carenze sono molto rare, di solito avvengono in conseguenza di eccessi di concimazioni ricche di fosforo.
I sintomi da carenza di rame sono
-Foglie verde scuro, soprattutto quelle giovani.
-Zone necrotiche.
-Le foglie si arrotolano e diventano contorte.
-Lacerazioni nella corteccia e produzione di sostanze gommose (raramente).
L’eccesso di rame provoca
-Fitotossicità (morte della pianta dopo avvizzimento).
Boro (B)
Nonostante non sia chiaro il ruolo del boro nelle piante, quest’elemento è indispensabile per la crescita, forse perché stabilizza qualche altro elemento. Il boro non è molto abbondante e si trova in forma di acido borico in terreni neutri. La sua disponibilità sembra essere ostacolata dall’eccesso di calcio (Calcare). Tuttavia le carenze da boro sono rare.
La carenza di boro provoca
-Foglie verde scuro, soprattutto quelle giovani.
-Ispessimento delle foglie.
-Necrosi fogliare.
-Marciumi secchi.
-Tutta una serie di disgregazioni della lamina fogliare.
-Crescita stentata.
-Scarsa produzione di fiori e frutti.
Cloro (Cl)
Il cloro molto spesso serve come controparte nelle reazioni in cui è coinvolto il potassio. Infatti il cloro ha carica negativa. È abbondante e generalmente non dà problemi di carenze. I problemi si riscontrano per gli eccessi di cloro. Nei terreni salini tale elemento è molto abbondante e provoca il deperimento delle piante alofobe.