In questa guida spieghiamo come scegliere le piante bulbose primaverili e come coltivarle.
Fino a due anni fa, io acquistavo solo dei tulipani, o al massimo dei narcisi senza un vero e proprio criterio logico… andavo “a colore” e niente altro, cosicché quando tornavo a casa non sapevo nemmeno dove metterli e il più delle volte li mischiavo!
Non conoscevo quanti generi, specie e varietà di bulbose differenti esistessero, e quindi non potevo tenere affatto in considerazione le loro enormi potenzialità decorative se adeguatamente inserite nel contesto giusto. Inoltre, se evidenziamo che il loro rapporto effetto decorativo/prezzo è davvero eccezionale, il che non guasta certamente, direi che mi sono persa qualcosa di bello negli anni passati… ma non è mai troppo tardi, giusto?
Dovrei dire che la prima cosa da fare quando si intende acquistare delle bulbose è guardare il proprio giardino o terrazzo, e visualizzare una proiezione primaverile di come vorremmo quell’ angolo o quel grosso vaso, in modo da uscire di casa con le idee ben chiare… Beh, non me la sento proprio di dirlo, tanto è inutile… poi succede che ci troviamo l’universo bulboso in un colpo d’occhio tutto davanti e chi se ne importa di cosa avevamo immaginato.
Come Sceglie Piante Bulbose Primaverili
Ci innamoriamo di tutto e svuotiamo il portafoglio… Quindi, passerò direttamente alla fase dell’acquisto, e qui invece c’è una cosa importante su cui non si può transigere: occorre senza meno annotare tutto, ma proprio tutto, quello che compare sull’etichetta o sulla scatola degli espositori (se non sono vendute in sacchetti preconfezionati) quali la denominazione scientifica (quando c’è), l’altezza massima raggiungibile, il periodo di fioritura, la tonalità di colore, e soprattutto fare un sacchetto singolo per ogni varietà acquistata anche se il rivenditore dovesse guardarvi come un UFO, non fidarsi mai della memoria, anche perché spesso non si interrano appena rientrati a casa… a volte stanno lì per delle settimane.
La scelta delle bulbose autunnali è molto ampia: Tulipani, Narcisi, Allium, Scille, Ipheion, Anemoni, Ciclamini, Crocus, Iris, Muscari, Freesie, Giacinti, Ranuncoli, Galanthus, Fritillaria, Ciclamini, Arum, Camassia, Amaryllis belladonna, Hippeastrum e altre ancora. Vorrei adesso evidenziare gli aspetti di alcune di queste bulbose, in particolare quelli emersi dai vari interventi sul forum e quelli che si trovano sfogliando la Garzantina “Fiori e Giardino” curata da Ippolito Pizzetti.
Tulipani
Questo genere offre una scelta vastissima di specie, un po’ perché è diffuso in natura nei luoghi più disparati del pianeta, un po’ perché da circa due secoli sono entrati in commercio innumerevoli ibridi, e quindi si può spaziare oltre che su una gamma di colori e sfumature molto ampia, su fioriture precoci (febbraio, marzo) o tardive (aprile, maggio), su altezze che vanno dai 15 agli 80 cm, ed inoltre su forme di fiore particolarmente diverse.
Nonostante il Tulipano sia un fiore facile da coltivare durante il primo anno, in quanto è sufficiente interrare il bulbo acquistato, non è altrettanto facile ottenere negli anni successivi la sua fioritura, anzi spesso ci si ritrova già dal secondo anno con solo un mazzo di foglie stentate oppure niente. Comunque, visto il loro costo veramente esiguo, non è poi la fine del mondo se si dovranno ricomprare ogni volta. Se proprio vogliamo tentare, ci sono delle specie tipiche che sono più portate a naturalizzarsi, quali:
-Tulipa clusiana: alto 20-25 cm, produce fiori molto eleganti e aggraziati in aprile, con tepali lanceolati bianchi e una fascia verticale rosso cremisi all’esterno.
-Tulipa kaufmanniana, detto anche “Tulipano ninfea” per la somiglianza con questo fiore, tra le cui varietà si annoverano l’Alfred Cortot (scarlatto e nero), il Vivaldi (giallo crema), lo Shakespeare (albicocca e salmone) e il Gaiety (bianco crema e arancio).
-Tulipa acuminata, molto curioso con i suoi petali lunghi stretti e attorcigliati tipo spider.
-Tulipa tarda, che quest’anno ho acquistato per quanto mi incuriosiva, che si differenzia davvero da tutti gli altri: innanzitutto è alto solo 12/15 cm, e in marzo-aprile ogni stelo porta dai 4 ai 6 fiori, che sono a forma di stella gialli e bianchi; è ottimo da naturalizzare in qualsiasi terreno caldo ed esposto al sole.
Come accennato prima, oltre alle specie tipiche, ci sono tantissimi ibridi, e se volessimo ricoprire di fioriture un’aiuola mediante i tulipani da marzo a maggio, vedremmo aprirsi in successione: i T. semplici precoci; i Tulipa doppi precoci a fior di peonia; i T. Mendel; i Tulipa Triumph; i Tulipa Darwin (ibridi tra i più belli a fiori molto grandi); i Tulipa a fior di giglio; i Tulipa Cottage (razza molto vigorosa e robusta, idonea anche da naturalizzare lasciando i bulbi nel terreno), i Tulipa Rembrandt (con tepali screziati e variegati in diversi colori); i Tulipa pappagallo (fiori molto grandi con tepali frangiati e laciniati); i T. doppi tardivi; i T. tipo multiflora (molto interessanti a steli ramificati); i T. a fiori verdi (il cui colore dei fiori è variabile ma che include sempre il verde).
Ovviamente, ognuna di queste specie contempla diverse varietà, ma qui occorre sintetizzare, per cui segnalo, per chi ama il bianco o vuol dare un tocco di luce ed eleganza, il Tulipa Maureen (suggerito da Beren76), alto circa 80 cm, con fiori che rimangono in perfetta forma per tutto il periodo di fioritura, a partire da maggio (quindi tardiva).
Alcuni tulipani sono anche profumati: con un profumo simile alle Freesie, il Bellona (giallo chiaro), il De West (a strisce arancione e scarlatte), il Principe d’Austria (vermiglio) e il Princess Irene (arancione ramato); il profumo più dolce è quello del T.silvestris e del Demeter Fred Moore; all’aroma di ciliegia il Mrs.Moon; alla mandorla il Schoonoord; al profumo di miele i T. mendel Yellow Prince, Orange Favorite e Bruno Walter.
Narcisi
Si tratta di un genere rustico, le cui specie – tranne rarissime eccezioni – sono praticamente tutte profumate, ed ha il pregio molto “comodo” di naturalizzare con estrema facilità: infatti, è sufficiente lasciare il bulbo nel terreno per vederlo rifiorire di anno in anno senza alcuna difficoltà. I narcisi sono così numerosi e differenti tra loro da essersi resa necessaria una suddivisione in sezioni
-Narcissus bulbocodium, a cui appartengono graziosissimi narcisi di taglia non superiore ai 15 cm con il fiore assomigliante ad un piccolo “gonnellino”;
-Narcissus romieuxii, simili ai precedenti, della cui cultivar ‘Julia Jane’ potremo osservare un esemplare nel giardino di MorrisNoor a fine inverno prossimo, insieme al ‘Lemon Silk’ e al ‘Jenny’ della sezione Narcissus cyclamineus;
-Narcissus cyclamineus ,comprendente piccoli N. alti circa 15 cm tra i più belli e originali dal fiore di forma simile ad un ciclamino selvatico e con foglie minute e filiformi, da prediligere per zone semi ombrose;
-Narcissus Triandrus, caratterizzati da fiori penduli, sferici come gocce, su steli multiflori alti fino a 28 cm e foglie lunghe e sottili molto eleganti;
-Narcissus jonquilla, che racchiude i N. più profumati, e la cui specie N. jonquilla jonquilla ci viene descritta da Gianni.Ravenna come una piccola meraviglia con fiore giallo lucente, grande come un’unghia, profumato in un modo suo tutto particolare e con foglie simili a fili d’erba;
-Narcissus poeticus, il cosiddetto Narciso dei poeti da cui derivano numerosissimi ibridi;
-Narcissus tazetta, divisi a loro volta in bicolor (con corona centrale arancio o gialla e tepali bianchi), albae (con corona e tepali bianchi) e lutea ( con corona e tepali gialli);
-Narcissus a tromba, il gruppo più ricco di specie, varietà e ibridi, con la caratteristica comune di avere il fiore con una tromba centrale allungata in tantissime sfumature possibili dal bianco, al giallo, all’arancio al rosa, ecc. e alcuni anche a fiore doppio;
-Narcissus a fioritura autunnale, anch’essi del tipo tazetta, di cui spesso non si conosce l’esistenza, anche perché un po’ meno rustici di quelli a fioritura primaverile per cui più idonei a climi temperati.
Muscari
I muscari sono bulbose perenni molto rustiche di piccola taglia, circa 10/15 cm di altezza, ottime da naturalizzare ai piedi di alberi, arbusti o erbacee perenni in piccole aree piuttosto dense, di grande effetto per il loro colore blu intenso se scegliamo i Muscari botryoides, e i Muscari armeniacum ‘Blue Spike’ (a fiore doppio), o di un azzurro-polvere molto fine se scegliamo i Muscari armeniacum ‘Valerie Finnis’.
Allium
Il genere allium comprende numerose specie molto affascinanti, spaziando da altezze minime di 20 cm (Allium karataviense) ad altezze massime di 1, 45 mt (Allium giganteum), e nei colori del bianco crema, del rosa intenso, dell’azzurro fino ad arrivare ad un porpora scurissimo.. ma ancora poche persone in Italia lo coltivino per l’aspetto ornamentale, a differenza dell’Inghilterra o dei paesi del Nord. Di questo genere Sebby ha sperimentato con molta soddisfazione gli Allium karataviense ‘Ivory Queen’ e gli Allium aflatulense, mentre MorrisNoor ha scelto per il suo Giardino Mediterraneo Allium christophii e Allium azureum.
Io per cominciare la mia sperimentazione su questo nuovo universo ho acquistato un bulbo di ogni varietà disponibile alla piccola fiera del mio paese, così tra maggio e luglio vedrò la fioritura dell’Allium aflatulense ‘Purple Sensation’ (alto circa 80 cm di colore rosa intenso), dell’Allium ‘His Excellency’ (simile all’aflatulense ma con il fiore molto più pieno), dell’Allium ‘Ambassador’ (alto circa 120 cm porpora scuro) e dell’Allium ‘Nigrum’ (alto 70 cm di colore bianco crema).
Ipheion
Anche l’Ipheion è una bulbosa di piccole dimensioni; non supera i 15/20 cm di altezza, facilissima da naturalizzare, ha il fiore a forma di stella con piccolo occhio scuro e tonalità varie di lilla e viola a sfumare fino al bianco verso il centro. Sono di un azzurro più scuro le varietà Ipheion ‘Rolf Fiedler’ e ‘Jessie’; celeste chiaro gli Ipheion ‘Wisley Blue’ qui rappresentati in una foto di MorrisNoor.
Scilla
La Scilla insieme ai Narcissus, ai Muscari e agli Allium sono tra le bulbose più belle da inselvatichire, dal colore azzurro ma esistono anche a fiori bianchi e rosa disposti in ombrella. Le specie più interessanti per il giardino, tra l’altro spontanee in molte zone d’Italia, sono la Scilla non-scripta (che a primavera forma bellissimi tappeti azzurri, con fiori penduli a forma di campana), la Scilla peruviana (che fiorisce a tarda primavera con fiori color lilla a forma di stella e foglie lanceolate piuttosto carnose) e la Scilla autumnalis (interessante per l’epoca di fioritura da agosto a ottobre, con fiori rosa lilla).
Cyclamen
I Cyclamen (ciclamini) sono tuberose perenni da prediligere per una zona di mezz’ombra o ombra, tra cui esistono alcune specie particolarmente rustiche ed adatte all’inselvatichimento, soprattutto se trovano le condizioni climatiche giuste (coperte con una spessa coltre di foglie o torba nelle zone molto fredde in inverno) e una qualità di terreno simile a quella del bosco (se non lo è meglio arricchirlo con terra di foglie di faggio o torba). Tra le specie più rustiche si annoverano
-Cyclamen hederifolium (sin. C. neapolitanum), chiamato Ciclamino “a foglia d’edera” per la forma e la colorazione delle sue foglie, ha fiori di colore rosa scuro con varie sfumature, intensamente profumati
-Cyclamen coum, secondo una moderna classificazione gruppo della specie denominata Cyclamen orbiculatum, con fioritura dal tardo inverno alla primavera su un’altezza di 8/10 cm, molto graziosa, eccellente da inselvatichire, e di grande bellezza se in piccole macchie sotto alberi o arbusti.
Freesie
Le Freesie sono bulbose perenni di altezza sui 30/45 cm da interrare in zone soleggiate, con deliziosi colori molto vari e contraddistinte da un profumo tra i più squisiti in natura, soprattutto nella specie tipica Freesia alba, che profuma molto di più degli ibridi. Sebbene abbiano un portamento quasi strisciante, soprattutto se non sono in pieno sole, il consiglio di Faty è quello di metterle vicine vicine in modo che formino a primavera un denso tappetino fioritissimo su cui sia quasi impossibile distinguere le foglie.
Combinazioni
Le combinazioni possibili con l’accostamento di vari generi di bulbose (o di varie specie anche dello stesso genere) tra di loro, sono quasi infinite, e se si presta attenzione alle tonalità di colore, ai tempi di fioritura (cercando di farle susseguire in una sorta di rotazione il piu’ a lungo possibile), e alle altezze massime raggiungibili, si può arrivare ad ottenere grandi risultati in piccoli spazi.
Utilizzando alcuni tipi di erbacee perenni tappezzanti si possono offrire alle bulbose di taglia più piccola dei graziosi tappetini coprisuolo da cui emergere in piena fioritura. Oppure si si possono utilizzare erbaceee medio-alte per nascondere con nuovi fiori le foglie ormai ingiallite dei bulbi quando arrivano alla fine del loro ciclo vegetativo. In questo modo si prolungherà l’effetto ornamentale di quello spazio, creando dei veri e propri palcoscenici di grande effetto.
Esempio con bulbose a taglia piccola
Per Crochi, Muscari e Giacinti vanno bene delle erbacee perenni tappezzanti molto basse tipo la Lysimachia nummularia ‘Aurea’, dal fogliame verde chiarissimo adatte nel caso in cui dobbiamo ricoprire una zona a mezzombra in terreno ricco e umido. Oppure, qualche varietà di Thymus se il terreno è calcareo ben drenato esposto al sole, quali il Thymus serpyllum ‘Annie Halla’, il T. ‘Atropurpurea’ o il T. ‘Coccineus’ dalla generosa e prolungata fioritura lilla che si susseguirà a quella delle bulbose.
Esempio con bulbose a taglia media
Per Tulipani, Narcisi, Ipheion e Scille, oltre alle Viole e ai Myosotis, un abbinamento molto interessante è quello con le Artemisie, tipo l’Artemisia ludoviciana e l’Artemisia ludoviciana ‘Valerie Finnis’, i cui germogli formano un tappetino argenteo a primavera, e i cui steli crescendo andranno a ricoprire le foglie ingiallite delle bulbose alla fine del loro ciclo vegetativo.
L’immagine ritrae un angolo di giardino mediterraneo che ha lo schema di colori è in bianco e azzurro. Le bulbose sono piantate alla base di una Jacaranda che essendo spogliante, e’ senza foglie all’inizio della primavera quando fioriscono le bulbose che quindi godono dei raggi diretti del sole. Viceversa, d’estate quella zona è in ombra e al posto delle bulbose ci sono le foglie dell’Artemisia ludoviciana (argentate) e del Pelargonium tomentosum che coprono le foglie dei bulbi che ingialliscono.
Questa foto è dei primi di aprile (il giardino si trova in sardegna) e si possono notare in alto a sinistra il fogliame variegato del Pittosporum tenuifolium ‘Silver Queen’, e a destra le foglie a nastro dei Narcisi in fiore: Narcissus Triandrus ‘Shot Silk’ e N. T. ‘Thalia’. In basso a destra si notano le foglie tondeggianti del Tropaeolum majus ‘Milkmaid’ e infine in primo piano a sinistra gli azzurri Ipheion uniflorus ‘Wisley Blue’. Più tardi, verso la fine di aprile, fioriranno in bianco i nasturzi.
Messa a Dimora e Coltivazione
La messa a dimora delle classiche bulbose a fioritura primaverile (narcisi, tulipani, crochi) può essere effettuata in generale da ottobre in poi. Per chi vive nelle zone più fredde sarebbe meglio farla prima che le piogge e il ghiaccio rendano il terreno poco lavorabile. Il sito può anche essere preparato in anticipo, se si tratta di un’aiuola dedicata a loro. L’autunno è il momento giusto per distribuire qualche manciata di perfosfato che serve per far venire bulbi più robusti. In generale il fosforo favorisce la crescita delle radici e migliora la fioritura e i bulbi sono in un certo modo radici modificate . Poichè il fosforo è un’elemento poco mobile nel terreno, ci vuole tempo affinché sia disponibile per le piante. Conviene quindi darlo in autunno, così le piogge lo renderanno assimilabile.
In base alla natura del terreno si può valutare la possibilità di incorporare terriccio di foglie o sabbia per migliorarne la struttura. Un terreno troppo compatto non è adatto alla coltivazione delle bulbose, i migliori sono quelli sabbiosi sciolti: non è un caso infatti che gli sterminati campi di tulipani in Olanda siano proprio ex spiagge prosciugate. Allora se il terreno è troppo argilloso conviene lavorarlo con della sabbia grossolana (brecciolina), per renderlo più drenante.
Invece se un terreno è troppo sabbioso (forse poco comune in Italia) ha il difetto di non trattenere i nutrienti e quindi incorporando sostanza organica (es: foglie) si riesce ad ovviare al problema. Il terreno ideale per le bulbose è un classico terreno da orto, di medio impasto e ben lavorabile.
Le bulbose classiche primaverili come narcisi, tulipani, crochi, giacinti, crescono naturalmente in terreni relativamente poveri, in spazi aperti (gariga) dove hanno molto sole. Anemoni, ciclamini, arum crescono invece in zone umide, magari boschive è quindi evidente che non tutte hanno le stesse esigenze. I narcisi sono molto tolleranti riguardo al terriccio e si ottengono di solito buoni risultati anche in posti relativamente ombreggiati e umidi.
I tulipani sono un po’ più esigenti, soprattutto se si ha in mente una coltivazione a lungo termine piuttosto che il classico rinnovo annuale. Per questi bisogna scegliere una posizione soleggiata e un terreno sciolto, pietroso e arido, con poca sostanza organica. Aggiungere foglie come pacciamatura non provoca gravi conseguenze; è invece errato interrare letame in un’aiola di tulipani.
Nel caso di allestimenti, il terreno viene preparato lavorandolo anche con letame e materia organica, ma si tratta di una situazione diversa. Intanto la concentrazione di piante fa si che il terreno sia supersfruttato e che sia necessario rigenerarlo annualmente; poi magari ai tulipani (che vengono comunque distrutti) seguono altre coltivazioni durante l’anno.
Al momento dell’impianto i bulbi vanno piantati relativamente profondi, circa 15cm. Questo li rende meno sensibili ad occasionali fluttuazioni di temperatura e lascia un margine di sicurezza in caso di sarchiature superficiali.
Le bulbose non hanno particolari esigenze nutrizionali per cui un buon terreno lavorato prima dell’impianto è di solito sufficiente per tutto l’anno, ma durante la crescita possiamo comunque sostenere le piante con concimazioni non eccessive in azoto.
Le innaffiature non sono necessarie di regola, le precipitazioni naturali bastano, ma nel caso di anomali periodi siccitosi in prefioritura conviene innaffiare.
A fioritura terminata si possono eliminare i fiori appassiti per evitare la formazione di semi, benchè questa pratica non sia universalmente riconosciuta come valida. Piuttosto è l’occasione buona per togliere qualche infestante. Quando il fogliame comincia ad ingiallire, bisogna lasciare che il processo si compia in modo naturale. È una pratica assolutamente sconsigliabile quella di recidere raso terra tutta la parte aerea quando è ancora verde: senza le foglie la pianta non riesce a completare il suo ciclo e non immagazzina energie ed elementi necessari per la fioritura dell’anno dopo. Se se si deve fare spazio per coltivazioni successive, è molto meglio zollare le piante e spostarle in una parte del giardino meno visibile.
Una volta messi a dimora i bulbi prescelti, è utile redigere una semplice mappa . La mappa servirà se vorremo estrarre i bulbi e spostarli: quando i bulbi sono senza foglie e fiori diventa quasi impossibile ricordare quale varietà avevamo piantato e dove, e si rischia di danneggiarli o di estrarre quelli sbagliati.
La mappa è utile anche per ricordane il nome botanico del bulbo. Quando ci si appassiona alle piante viene naturale dopo un po’ di tempo volerle chiamare per nome e cognome, ma se la memoria non viene in soccorso (soprattutto a distanza di mesi) ci sono solo due soluzioni: o si riempie il giardino di orribili etichette di plastica, o si fa una mappatura, anche se non disegnata, con un semplice elenco delle bulbose acquistate, alcune delle loro caratteristiche e la posizione in cui le abbiamo collocate… per lo meno io la ritengo una cosa importante.
Per finire, ho trovato molto utile scoprire che alcune bulbose come ad esempio le Scille, i Muscari, i Narcisi, gli Allium, i Ciclamini rustici i Crochi e alcune specie di tulipani, abbiano una naturale tendenza a “inselvatichirsi” o “naturalizzare” se lasciate indisturbate nel loro luogo d’impianto.
In questo modo di anno in anno ci si potrà meravigliare di tanta bellezza senza dovervi dedicare troppe cure. Per assicurare una fioritura rigogliosa l’anno successivo, basteranno concimazioni equilibrate, NPK 20 20 20, ogni 20 giorni a partire dal momento in cui la pianta finisce di fiorire fino all’ingiallimento del fogliame ; quello è proprio il momento in cui la pianta raccoglie tutte le sostanze nutritive sia dal terreno che dalle foglie e si prepara per il letargo invernale.