In questa guida spieghiamo come coltivare il rabarbaro nell’orto.
Il rabarbaro (genere Rheum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Poligonacee utilizzata come ortaggio, come officinale e come ornamentale. La coltivazione del rabarbaro può quindi avvenire sia in un orto che in un giardino, per la bellezza dei suoi fiori.
Con il termine rabarbaro, in realtà, vengono identificate diverse specie. Il Rheum palmatum (o Rheum officinale) è il rabarbaro cinese, impiegato in erboristeria come medicamentosa o in cucina a scopo alimentare; il Rheum rhaponticum detto anche rabarbaro inglese più comune negli orti. Al genere Rheum appartengono molte altre specie, con caratteristiche simili.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Il rabarbaro è una pianta che può raggiungere dimensioni imponenti. Le foglie, a forma di cuore, presentano lembi arrotondati e possono raggiungere una larghezza di 50 – 60 centimetri. Lo scapo fiorale è alto fino a 2 metri e a maggio – giugno porta dei bei fiori di colore variabile dal bianco – giallo al rossastro riuniti in pannocchie.
In cucina si utilizzano i piccioli delle foglie, di colore rossastro (ma in alcune varietà possono essere verdi) e con una scanalatura molto evidente. Possono essere lunghi fino a 50 centimetri.
Le radici, notevolmente sviluppate, si originano da un fusto sotterraneo (detto rizoma) dal quale si sviluppano anche le foglie.
E’ una pianta in grado di vegetare per molti anni, infatti il rabarbaro può essere tenuto in coltivazione per 5 – 10 anni.
ESIGENZE AMBIENTALI
Il rabarbaro ama i climi freschi ed umidi, tanto da crescere anche nei giardini alpini.
La temperatura minima per la crescita è 2 °C, ma temperature tra i 10 e i 20 °C rappresentano l’ottimale. Predilige terreni di medio impasto, freschi e profondi ma è molto adattabile a diversi tipi di terreno purchè non presentino ristagni idrici o siccità eccessiva.
Le zone meridionali dell’Italia sono meno adatte per la coltivazione del rabarbaro, ma può comunque crescere bene nelle zone collinari più fresche purchè si disponga di acqua per l’irrigazione.
COLTIVAZIONE
Preparazione del terreno
Il rabarbaro richiede lavorazioni profonde per permettere alle radici di approfondirsi nel terreno. In un orto familiare è consigliabile scavare una buca profonda 60 centimetri e larga altrettanto. E’ consigliabile che il terreno circostante alla buca dove verrà piantato il rabarbaro sia comunque vangato ad una profondità di 20 – 30 centimetri.
In questa fase è consigliabile apportare 2 – 3 kg di letame o compost per metro quadrato.
Propagazione e semina
Il rabarbaro può essere propagato sia per seme che per parti di rizoma munito di gemme. I semi possono essere acquistati presso i negozi di giardinaggio e agricoltura, mentre per i rizomi è necessario trovare un amico con una pianta dalla quale prelevare alcuni pezzetti di rizoma sotterraneo. Per estrare il rizoma si scelgono delle piante di almeno 5 anni e si preleva, impiegando una vanga, la parte selezionata, accertandosi che disponga di almeno una gemma.
L’impianto dei rizomi o delle piantine acquistate in un vivaio può essere effettuato a ottobre o a febbraio. Nelle località di montagna è meglio aspettare aprile, con lo scioglimento della neve.
La buca precedentemente scavata va riempita di terra di riporto (la stessa che avete estratto per fare la buca) in modo che si presenti ben amminutata e soffice. Il rizoma deve essere appena interrato, mentre se utilizzate le piantine va prestata attenzione a non rompere il pane di terra per evitare di danneggiare le radici. Le piantine vanno interrate fino alla zona del colletto (punto di inserzione tra fusto e radici).
Se optate per la semina è consigliabile seminare in vasetto verso metà febbraio, quindi effettuare il trapianto non appena le radici riescono a trattenere il terreno del vasetto stesso.
Le distanze di impianto consigliate sono di un metro sulla fila e 1,5 – 2 metri tra le file.
Concimazione
Oltre alla concimazione con letame o compost al momento dell’impianto, è consigliabile fertilizzare annualmente con gli stessi fertilizzanti. Il periodo migliore è l’autunno, avendo cura di incorporarlo al terreno. In aggiunta può essere impiegato del perfosfato minerale e del nitrato ammonico se la pianta dovesse avere una vegetazione particolarmente debole e stentata.
Cure colturali
Le cure consistono essenzialmente nel tenere pulite le aiuole dalle piante infestanti. Se non si è interessati all’aspetto ornamentale è bene tagliare lo stelo che porta il fiore, in modo da favorire l’emissione di foglie e la crescita del rizoma sotteraneo. In caso di clima caldo e secco è necessario irrigare, avendo però cura di non inzuppare eccessivamente il terreno e di non creare ristagni idrici che potrebbero favorire marciumi della radice.
RACCOLTA E UTILIZZAZIONE
Del rabarbaro si utilizzano i piccioli delle foglie e il rizoma (quest’ultimo quasi esclusivamente dall’industria erboristica). La raccolta viene fatta a mano nel periodo di aprile – maggio, staccando il picciolo ed eliminando il lembo fogliare. Il distacco del picciolo dovrebbe avvenire il più possibile vicino al terreno.
La raccolta inizia al secondo anno dall’impianto e dura da 15 a 45 giorni, lasciando sempre almeno un terzo delle foglie per non indebolire la pianta. Da una pianta si possono ricavare da 1,5 a 3 kg di prodotto.
I piccioli, dal sapore amarognolo vengono usati per fare marmellate, gelatine, salse, sciroppi e per preparare torte. In passato venivano fatti fermentare e si otteneva una sorta di vino.