In questa guida spieghiamo come coltivare la calendula.
La calendula (Calendula officinalis) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteracee, come la lattuga e la camomilla. E’ chiamata anche fiorrancio, per il colore del suo fiore ed è interessante sia come pianta ornamentale sia per l’utilizzo in erboristeria.
La coltivazione della calendula è perfetta per un orto familiare o per abbellire un giardino o un’aiuola. Può essere coltivata anche in vaso ed è indicata anche per i fiori recisi.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Sono conosciute circa 20 specie, ma la Calendula officinalis è la più conosciuta e coltivata a scopo erboristico. I fiori sono apicali, di colore arancio e sbocciano ad aprile – maggio. I semi sono rugosi e dalla caratteristica forma contorta. I fusti possono raggiungere l’altezza di 90 cm e sono ricoperti, come anche le foglie, da una lieve peluria. Tutta la pianta, specialmente se strofinata, emana un odore caratteristico. Le foglie sono lanceolate e di colore verde chiaro.
La durata del ciclo biologico è di circa 100 giorni. In condizioni ideali, il seme germina in 10 giorni e dopo circa 1 mese si ha la fioritura, che si protrae scalarmente per altri 30 – 40 giorni.
ESIGENZE AMBIENTALI
Risulta essere una pianta che riesce a crescere un po’ ovunque, nei campi, nelle zone abbandonate e si adatta dalla fascia mediterranea fino a 600 metri di altitudine. Preferisce terreni di medio impasto, profondi e fertili, con buona dotazione di sostanza organica e cresce bene nelle zone soleggiate in pianura e in collina.
Le temperature ideali per la germinazione del seme vanno da 20 a 30 °C, che sono perfette anche per la crescita e la fioritura. Resiste bene anche alle basse temperature.
COLTIVAZIONE
Varietà
Il miglioramento genetico della calendula, finalizzato a scopi ornamentali, ha portato dei vantaggi anche alla sua coltivazione per scopi erboristici, in quanto da queste cultivar si possono ottenere produzioni superiori e droga ricca di principi attivi.
Si trovano in commercio cultivar selezionate sia per la grandezza e la vistosità del capolino, definite come varietà a “fiore doppio” o “doppissimo” e di colore più o meno intenso, fino al rosso, selezionate per il portamento “seminano”, “nano” e “denso”, oppure a gambo lungo da utilizzarsi per il fiore reciso.
Il “progenitore” comune a queste varietà sembra la cv. tetraploide “Plamen” a fiore doppio e ricca di pigmenti, selezionata in Cecoslovacchia, che ha portato ad incrementi di resa quali-quantitativi. Sembra poi che dalla Plamen, per successiva selezione siano derivate le varietà ‘Gigant Pacific’ e ‘Ball’s Masterprice’; ‘Fiesta Gitana’ (seminana); ‘Yellow Gitana’ e ‘Orange Gitana’ (a portamento nano e a fiore doppio); ‘Chrysantha-Raggio di Sole’ con fiori gialli e ‘Kablauna’, con fiori grandi color arancio, queste ultime due a gambo lungo (cm 50-60) ed ‘Erfurter Orange’ della ditta Chrestensen. Si trovano inoltre in commercio la cv. ‘Regina’, pianta da media ad alta e ‘Rinathei’ con fiori piuttosto grandi .
La durata del ciclo biologico della calendula è di circa 80-120 giorni. Se le condizioni climatiche sono buone, si ha una completa germinazione in due settimane; dopo 25 giorni dall’emergenza si ha la formazione dei bottoni fiorali; dopo altri 30-50 giorni la calendula raggiunge la fioritura, che si protrae scalarmente per 20-30 giorni e più. Dopo altri 15 giorni la pianta porta a maturazione il seme.
Preparazione del terreno
La coltivazione della calendula non richiede una preparazione particolare del terreno, e può avvenire nell’orto familiare, in un vaso o in un’aiuola del giardino. E’ sufficiente rendere il terreno fine, per consentire una buona germinazione del seme. Nelle aiuole o nell’orto si può procedere con una zappatura o con un frangizolle, rompendo bene le zolle e livellando il terreno.
Semina
Nelle zone più miti la semina può essere fatta in autunno per anticipare la fioritura l’anno successivo e per avere fiori più grandi. La calendula sopporta temperature prossime a 0 °C, tuttavia nell’Italia settentrionale è consigliabile la semina primaverile, verso aprile – maggio.
In pieno campo si consiglia di seminare a file distanti circa 70 cm e ponendo i semi a circa 20 cm gli uni dagli altri. In questo modo si ottiene una densità ideale di 5 – 7 piante a metro quadrato. Se seminata troppo fitta si avrà una competizione tra le piante con scarsa produzione di fiori. Per compensare eventuali fallanze di semina si può seminare più fitto e poi diradare successivamente.
Nei giardini e negli orti familiari è molto diffuso il trapianto: i semi vengono seminati in semenzaio e quando le piantine hanno radicato vengono trapiantate a dimora in piena terra o in un vaso.
Cure colturali
La coltivazione della calendula richiede poche attenzioni, in quanto rustica e adattabile. Anche se le concimazioni possono aumentare le dimensioni del fiore, in un orto familiare non sono necessarie.
La lotta alle piante infestanti va fatta manualmente con un estirpatore, con particolare attenzione alle prime fasi di sviluppo della pianta. In seguito tende a ramificarsi e a competere naturalmente con le malerbe.
In genere non è richiesta irrigazione, ma è opportuno intervenire in caso di periodi siccitosi, specialmente durante la germinazione e prima della fioritura.
RACCOLTA ED UTILIZZO
I fiori possono essere raccolti per tutta l’estate e impiegati come ornamento per la casa, mentre le foglie vanno raccolte da aprile fino all’autunno. Le diverse parti della pianta possono essere seccate all’ombra disponendole in strati sottili e quindi conservate in recipienti di vetro.
La coltivazione della calendula per l’impiego erboristico ha un forte interesse in farmacia, poiché le creme a base di calendula sono molto efficaci per la salute della pelle e per lenire le scottature. Inoltre l’infuso di fiori è utile per combattere i dolori addominali e applicato come impacco migliora le pelli arrossate.
La produzione di capolini è generalmente di 6-10 t/ha di prodotto fresco, con una resa in secco del 20-25%. Nella coltura finalizzata alla produzione del seme si può ottenere una resa di 0,6-0,8 t/ha di semi.
La capacità di raccolta manuale di un operaio è pari a circa 12-20 kg/h di capolini freschi. L’onere relativo alla raccolta incide per l’80% sulla manodopera complessiva necessaria a realizzare la coltura.
L’essiccazione va eseguita subito dopo la raccolta, utilizzando all’inizio temperature più elevate (50-60 °C) per eliminare velocemente rugiada, condensa da respirazione ed acqua di vegetazione, nonché per fissarne il colore. Poi la temperatura va subito abbassata per non denaturare i principi attivi. I fiori di calendula contengono anche mucillagini e quindi la droga è igroscopica e deve essere conservata con attenzione e in luoghi asciutti.
AVVERSITA’ E DIFESA
Nella calendula si possono riscontrati attacchi dovuti sia a funghi che ad insetti
– Sphaerotheca fuliginea: è l’oidio della calendula e colpisce soprattutto l’apparato fogliare provocando ingiallimento e disseccamento delle parti verdi.
– Entyloma calendulae: attacca soprattutto i rami e si manifesta prima con macchie giallo-verdi e poi brune. Danneggiano sempre l’apparato fogliare l’Erysiphe cichoracearum e Alternaria calendulae;
– Cercospora calendulae: causa il mancato accrescimento e il deperimento della pianta ed inoltre forma delle macchie circolari di colore grigio;
Tra gli insetti ricordiamo Atropos pulsatorium che danneggia la calendula erodendola con l’apparato boccale; Phytomyza atricornis: un dittero che mina le foglie; Bemisia tabaci vettore del mosaico del cetriolo; l’Aphis fabae ed il Myzus persicae che trasmettono il virus del mosaico della dalia.
Nella droga conservata in magazzino si possono rinvenire altri insetti del tipo Ptinus fur L., Lasioderma serricorne L. e altri coleotteri anobiidi.