In questa guida spieghiamo come coltivare la santoreggia nell’orto.
La santoreggia (Satureja hortensis) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee, come la menta, il basilico e il rosmarino. Originaria dell’Asia occidentale, in Italia è presente come spontanea nelle regioni settentrionali. E’ usata per insaporire i piatti fin dal tempo dei Romani ed è impiegata anche in erboristeria per le sue proprietà.
La coltivazione della santoreggia è molto facile e perfetta per un orto familiare, tra le piante aromatiche. Non richiede molto spazio e può crescere bene anche in un vaso da tenere sul balcone o sul terrazzo.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Risulta essere una pianta erbacea perenne che può raggiungere un’altezza di circa 30 cm, con un fusto peloso e di colore bruno – rossastro. Le foglie, opposte, sono di forma lanceolata e presentano una fine peluria sulla pagina inferiore. I fiori, di colore bianco, compaiono da giugno a settembre, sono riuniti a gruppi ed hanno un profumo delicato. Le radici sopravvivono nel terreno durante l’inverno e daranno origine a nuove piantine la primavera successiva. Eistono diverse specie di santoreggia: ricordiamo la Satureja hortensis che è annuale e va quindi riseminata da un anno all’altro e la Satureja montana che è perenne e resiste meglio al freddo dell’inverno.
ESIGENZE AMBIENTALI
Risulta essere una coltura rustica, che cresce spontaneamente nei campi e nei luoghi aridi. Cresce bene in posizione soleggiata, su un terreno anche poco fertile purchè non presenti ristagni idrici. Sopporta bene il freddo, ma può essere danneggiata da inverni molto rigidi.
COLTIVAZIONE
Preparazione del terreno
Risulta essere sufficiente un vaso con del terriccio universale, ma per chi vuole seminarla nell’orto familiare si consiglia una zappatura affinando bene il terreno e rompendo le zolle per creare un substrato adatto alla germinazione del seme. Potete apportare 3 – 4 kg per metro quadrato di letame maturo oppure di compost, cercando di interrarlo bene.
Propagazione
Il modo più comune per propagare la santoreggia è il seme, facilmente reperibile in molti negozi di giardinaggio. Il periodo ideale per la semina è la primavera, ma può essere seminata anche all’inizio dell’autunno.
Seminate a spaglio e ricoprite i semi con uno strato lieve di terra. Quindi inumidite il terreno e curate l’irrigazione in particolare per i primi periodi, fino a quando le piantine saranno completamente germinate. Il terreno deve essere umido ma non ci devono essere ristagni idrici che farebbero marcire le piante.
In alternativa la santoreggia può essere propagata anche per talea, oppure per divisione dei cespi prelevandoli da una pianta madre. Per la divisione dei cespi il periodo migliore è la primavera (marzo – aprile) oppure l’inizio dell’autunno. Le talee vano prelevate a fine estate, recidendo rametti di circa 10 cm dai fusti basali semilegnosi e ponendoli a radicare in un vaso con torba e sabbia in parti uguali. A primavera potranno essere trapiantate a dimora.
Cure colturali
L’irrigazione, nella coltivazione della santoreggia, è importante nel periodo estivo, durante il quale sopperisce alla carenza di precipitazioni atmosferiche. Ricordiamo però che un ristagno idrico è più pericoloso di una mancanza di acqua, quindi bagniamo regolarmente ma senza eccedere nelle quantità.
Le infestanti vanno rimosse manualmente o raschiandole via con una zappa. In questo modo si favorisce anche la rottura della crosta superficiale e l’arieggiamento del terreno.
Per quanto riguarda la potatura sarà sufficiente rimuovere i rami secchi o danneggiati con le forbici. Ogni 3 anni circa, alla fine della stagione vegetativa tagliate le piante rasoterra, in modo di stimolare la formazione di nuovi germogli e un rinnovamento della vegetazione in primavera.
La santoreggia sopporta bene i geli invernali, ma in caso di zone con freddi intensi e prolungati è consigliabile proteggerla recidendo le piante alla base e ricoprendole con uno strato di pacciamatura costituito da paglia, fieno o fogliame. Alla fine dell’inverno le parti secche e danneggiate vanno recise e la pianta produrrà nuovi germogli per la primavera.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
In estate, idealmente appena prima della fioritura, si possono raccogliere i rametti tagliandoli alla base della pianta. Quindi si possono mettere ad essiccare legandoli a testa in giù in un luogo asciutto, ventilato e all’ombra. Una volta secchi si possono prendere le foglie, sbriciolarle e conservarle in vasetti di vetro per usarle al momento del bisogno per insaporire i piatti.
In alternativa, sia le foglie che le infiorescenze possono essere usate fresche, prelevandole dalla pianta quando servono e usate in cucina.
AVVVERSITA’ E DIFESA
In genere, la coltivazione della santoreggia in un orto familiare, non presenta particolari problemi parassitari. Gli unici inconvenienti possono derivare da un terreno troppo compatto o da eccessi di acqua che possono causare marciumi radicali con conseguente morte della pianta.