In questa guida spieghiamo come coltivare il prugnolo nell’orto.
Il prugnolo (Prunus spinosa) è un arbusto della famiglia delle Rosacee. E’ un arbusto molto comune nei boschi e nelle siepi, che rende impenetrabili grazie alla sua spinosità. I frutti, commestibili, non vengono consumati freschi ma devono essere trasformati. Oltre a numerose proprietà terapeutiche è un arbusto molto ornamentale, che regala una splendida fioritura in primavera. Inoltre è perfetto per creare siepi e per offrire rifugio a uccelli e piccoli animali. La coltivazione del prugnolo è molto semplice e adatta per un giardino o un orto familiare, l’importante è prestare attenzione alle sue spine durante la raccolta.
Il nome corretto è prùgnolo, con l’accento sulla u; mentre se si pronuncia prugnòlo si parla di un fungo mangereccio.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
E’ un arbusto che perde le foglie in autunno, e può raggiungere un’altezza di circa 4 metri, anche se in genere è più basso. La forma tipica è un cespuglio molto intricato, con rami spinosi ed appuntiti e fogliame folto e di colore verde scuro. I fiori sono bianchi e molto numerosi, mentre i frutti hanno un colore blu intenso, sono ricoperti da una sostanza cerosa chiamata pruina e maturano verso l’autunno.
ESIGENZE AMBIENTALI
E’ un parente stretto del susino domestico (Prunus domestica), ma molto più rustico. Si trova spontaneo in Europa, Asia e Nord Africa, nei boschi, nelle scarpate e lungo i sentieri; spesso viene considerato una pianta infestante se cresce in prossimità dei campi coltivati. Molto adattabile, cresce in qualsiasi tipo di terreno, fino a 1000 metri di altitudine. Resiste sia alla siccità che ai geli invernali.
COLTIVAZIONE
La coltivazione del prugnolo non è molto comune, ma è molto semplice e può dare grandi soddisfazioni per i suoi colori e per gli uccellini che ne saranno attratti.
Preparazione del terreno
Non è richiesto nulla di particolare, è sufficiente una zappatura o vangatura nel terreno destinato all’impianto apportando 4 – 5 kg per metro quadro di letame maturo oppure di compost. Si potrà quindi procedere a scavare le buche per trapiantare le giovani piantine.
Propagazione
Il prugnolo può essere propagato facilmente per talea, effettuata a fine inverno oppure tramite i polloni che crescono alla base della pianta madre, prelevandoli in autunno o ad inizio primavera, quando la pianta si trova ancora in riposo vegetativo. Le talee vanno messe a radicare in contenitori o in vasi, con terriccio per floricoltura o orticoltura, acquistabile anche nei negozi di giardinaggio oppure con un terreno di orto misto a sabbia. Prima di impiantarle a dimora è consigliabile attendere 2 anni, ma se si possono curare con un po’ più di assiduità si possono impiantare anche nell’autunno seguente al prelievo.
Impianto
L’impianto si effettua in autunno o ad inizio primavera, impiegando piantine in riposo vegetativo. Possono essere acquistate anche nei vivai più forniti, vendute generalmente per ottenere alberelli ornamentali.
Si consiglia di mantenere una distanza di circa 2 metri tra una pianta e l’altra; se si vuole ottenere una siepe impenetrabile possono essere messe anche a 60 – 70 cm di distanza.
Cure colturali
Essendo una pianta assai rustica, richiede irrigazione solo in caso di siccità molto prolungata. La potatura consiste semplicemente nell’eliminare i rami secchi o malati, cercando di arieggiare la parte interna e mantenendo la vegetazione un po’ più folta esternamente. Può anche essere lasciato crescere liberamente, ma apparirà più disordinato, anche se più naturale.
Le infestanti vanno tenute sotto controllo specialmente quando la pianta è ancora piccola, perché possono avvilupparla sfruttando l’intrico dei suoi rami.
RACCOLTA E UTILIZZAZIONE
I frutti possono essere usati per preparare marmellate e confetture, mentre con i fiori si possono ottenere infusi o tisane. In erboristeria può essere usata anche la corteccia, raccolta in autunno. E’ però meglio evitare il fai da te, poiché il prugnolo contiene anche sostanze tossiche, ed è quindi consigliabile avvalersi delle preparazioni disponibili i erboristeria. Viene sfruttato per le sue proprietà febbrifughe, lassative e diuretiche,
In campo alimentare i frutti sono usati per fare marmellate o per essere consumati freschi oppure secchi. Possono essere impiegati anche per produrre liquori come la prunella, il bargnolino e il prospino. Il nocciolo contenuto all’interno del frutto non va ingerito, poiché tossico. Per poter essere mangiati freschi, i frutti devono prima essere congelati; in caso contrario sono estremamente astringenti ed impossibili da consumare. In alternativa possono essere consumati dopo le prime gelate autunnali, sfruttando l’azione naturale del gelo.
AVVERSITA E DIFESA
La coltivazione del prugnolo in genere non richiede trattamenti fitosanitari, essendo una specie molto rustica. Occasionalmente possono manifestarsi infestazioni di afidi e larve di lepidotteri che possono essere contenuti con insetticidi a base di piretro naturale, oppure, nel caso delle larve con prodotti a base di Bacillus thuringiensis. Nel caso di attacchi di cocciniglie si può intervenire con olio bianco trattando su tronco e rami, durante l’inverno in via preventiva.
Per quanto riguarda le malattie fungine, possono verificarsi attacchi di Corineo, per il quale si consiglia di limitarsi ad asportare i rami colpiti che appaiono secchi e malati. Se i danni dovessero essere troppo estesi si può intervenire con un fungicida a base di rame, trattando in autunno e a fine inverno, per distruggere le forme svernanti del fungo. I rami che vengono potati perché malati devono essere bruciati o compostati, in modo da ridurre la fonte di inoculo.