L’autunno e l’inverno sono il momento ideale per piantare un albero coltivato in zolla (mentre quelli coltivati in vaso possono essere piantati tutto l’anno, ma metterli giù nelle stagioni fredde vuol dire risparmiarsi un sacco di grattacapi e dar loro una marcia in più alla partenza.)
Sul numero di Novembre di The garden, il giornale della Royal Horticultural Society, c’è un articolo molto interessante sulle tecniche di impianto degli alberi, che fa il punto sui metodi oggi considerati più efficaci, alla luce dei più recenti studi sulla natura del suolo e sul sistema-radici. Ho pensato di riportare qui un sunto di quell’articolo (corredato da osservazioni personali) perché lo trovo molto interessante, aggiornatissimo, ed utile sia per chi si avvicina da poco a questo settore sia per chi è più esperto. Per la cronaca, io posso confermare punto per punto la validità di questi suggerimenti, in base all’esperienza sul campo.
Ecco quindi un riassunto sulle tecniche più corrette per la messa a dimora degli alberi, che sfatano alcuni miti ed abitudini che spesso pregiudicano la buona riuscita degli impianti. Queste tecniche come dicevo tengono conto dei più recenti studi nel campo e si concentrano soprattutto sulla salute dell’apparato radicale.
Preparate il terreno
Prima di piantare, è bene coltivare l’area dove andrà l’albero, zappando una superficie di circa 1,5 m di diametro, per un profondità di una trentina di centimetri. Questo renderà il terreno friabile e ben aerato, incoraggiando le radici ad allargarsi. Ricordate, sempre, che le radici degli alberi crescono nel primo mezzo metro di suolo, non più a fondo: quelle che affondano sono solo organi di ancoraggio meccanico– e si sviluppano solo in situazioni particolari – ma non di nutrizione. Il terreno che importa all’albero è quello in superficie, da cui trarrà le sostanze per vivere. Questa lavorazione del terreno è ancora più necessaria se si andrà a posizionare l’albero ad esempio in un prato, o magari in una zona dove c’è stato un cantiere e quindi c’è uno strato sottile di terra di riporto posizionato su un blocco compatto di terra asfittica.
Non usate fertilizzante
Non mescolate fertilizzante o materiale organico (letame, compost), nel terreno in cui collocherete l’albero, anche se vi sembra andare contro le più accettate metodologie e la saggezza popolare: in realtà è stato accertato che rendere troppo fertile la buca d’impianto fa diventare le radici “pigre” – insomma evitano di allargarsi oltre la buca, alla ricerca di nutrimento, rimangono ferme – il che ritarda l’attecchimento. Il materiale organico collocato nella buca potrebbe completare il suo processo di fermentazione, diminuendo di volume e provocando assestamenti di livello nel terreno. Semmai aggiungete micorrizie al mucchio di terreno che userete per riempirla: questi funghi benefici si insedieranno sulle radici dell’albero potenziandone le capacità di assorbire acqua e nutrienti.
La buca, questa sconosciuta
Questa è davvero la rivoluzione delle tecniche di giardinaggio. Una buca profonda, come quella chesi faceva in passato, si è visto che non serve a niente. Anzi, se un albero stenta nei primi anni dopo il trapianto, nella maggior parte dei casi la ragione è la buca troppo stretta e profonda, e il livello del colletto: se finisce sotto terra, la pianta faticherà per il resto dei suoi giorni. Dunque la buca secondo gli ultimi studi deve essere quadrata, larga – almeno 3 volte più larga della zolla- e poco profonda (esattamente la profondità della zolla stessa, non un cm di più). Quindi, al centro della zona precedentemente lavorata dovete praticamente scavare una bacinella quadrata, tipo quelle in cui si lava la biancheria. La forma quadrata è per questo: le radici seguiranno i lati del quadrato, ma arrivate agli angoli saranno obbligate a crescere nel suolo oltre la buca (che voi avrete astutamente lavorato come da punto 1) Non smuovete o allentate il fondo della buca-bacinella. Controllate che i fianchi non siano compatti, specie se lavorate su terreni argillosi, semmai bucherellateli con una forca. Se siete in un punto con ristagni di acqua, potete scavare un po’più a fondo (8 cm più della zolla) e fare un rialzo di terra al centro, su cui poserete la zolla.
Innaffiate
Prima di piantare, se l’albero è a radice nuda, immergetelo per un’oretta in acqua. Se ha una zolla (o se è in vaso) innaffiatelo. Controllate l’apparato radicale! Se ci sono radici cerchiate, allentatele. Trovate il colletto, il punto alla base del tronco da cui parte la maggior parte delle radici: spesso è coperto da un po’ di terra, prodotta dalla preparazione in vivaio della zolla o dalle invasature: toglietela ed esponete il colletto. Se ci sono altre radichette al di sopra del colletto potete tagliarle – di solito sono frutto di tecniche di coltivazione sbagliate in vivaio.
Piantate
Collocate l’albero in piedi al centro della “bacinella” e controllate che il colletto sia a filo del terreno – aiutatevi con una canna di bambù, un metro, un bastone. I pignoli usano la livella, ma non è indispensabile. Se il colletto è troppo in basso, dovete togliere la pianta, aggiungere terra in fondo alla bacinella, e ricollocarla. Se pensate che ci sarà un assestamento del terreno mettete il colletto più in alto, anche fino a 5 cm più alto del suolo. Se la pianta aveva la zolla avvolta da: iuta, corde, rete, un sacco, o qualsiasi altra cosa sia stata usata per zollarla, a questo punto dovete tagliare e rimuovere. Se è materiale naturale (corda, rafia, iuta) potete lasciarlo sul fondo della buca. Se è invece materiale plastico o fil di ferro dovete rimuovere tutto. A volte si trova una specie di cestino di plastica intorno alla zolla. Va tolto. Allargate bene le radici nella buca-bacinella.
Riempite la buca
Il terreno deve essere sciolto, friabile, ma ben compatto, senza bolle d’aria: quindi riempitela lentamente, un po’ alla volta, assestandola piano piano, facendo attenzione che gli spazi fra le radici siano riempiti.. Aiutatevi con il manico della zappa per mandare il terreno negli interstizi. Non pestatela con i piedi, premendo con i calcagni, magari come facevano i vecchi: distrugge le radici capillari e compatta il terreno. Lady Walton diventava una furia se vedeva qualcuno fare così attorno ad un albero appena piantato. Ricordate che in questa fase la lentezza e la pazienza vi ripagheranno.
Vantaggi e svantaggi del tutore
Prima di riempire la buca, se siete in una zona molto ventosa, potete inserire un supporto. Tenete presente che l’albero un po’ deve muoversi e svilupparsi anche contro la forza avversa del vento: questo lo irrobustisce, fa crescere le radici, aumenta il diametro del tronco.
In un giardino normale, non esposto a venti forti, si può evitare del tutto, oppure usare un semplice paletto di supporto che però non dovrebbe superare 60 cm; la parte superiore dell’albero dovrebbe muoversi liberamente.
Pali alti, tutori, “capre” come alcuni le chiamano, vanno evitati perché rendono l’albero debole: la pianta si sviluppa basandosi su quell’aiuto per sostenere la propria struttura. Il giorno in cui quel supporto verrà a mancare, la pianta non avrà la forza di sostenersi da sola (mi è capitato: alla prima bava di vento si schianta al suolo).
Qui subentra anche il discorso sulle dimensioni degli alberi da impiantare. Nel giardini soggetti a venti forti, a raffica, bisognerebbe piantare alberi piccoli, che abbiano tempo di irrobustirsi e di crescere sfidando il vento. E’ da evitare la pratica oramai diffusa del pronto effetto, del trapiantare cioè alberi già grandi, cresciuti in condizioni diverse. Si possono comunque usare i sistemi di ancoraggio alla radice, sui quali troverete varie discussioni nel forum: sono molto più efficaci, assicurano l’iniziale stabilità della zolla e non impediscono lo sviluppo dinamico della pianta. In ogni caso, se scegliete il paletto, nell’inserirlo a terra fate attenzione a non danneggiare le radici. Inserite il paletto, o anche due, paralleli al tronco, e legate il tronco stesso con un legaccio largo, flessibile, e gommato – insomma innocuo, non usate fil di ferro che potrebbe ferire la corteccia.
Fase finale
Innaffiate bene e pacciamate. Uno strato di pacciamatura alla base della pianta conserva l’umidità, impedisce la crescita delle erbacce, e insomma aiuta l’albero per i primi anni. Lo strato può essere spesso anche 10 cm nella zona che avete in precedenza lavorato, ma in corrispondenza della zolla non deve essere più di 5 . Attenti: la pacciamatura NON DEVE toccare il tronco, anzi, lasciate un anello di 3-4 cm sgombero tutto intorno al tronco.