In questa guida spieghiamo come coltivare il cappero.
Il cappero (Capparis spinosa) è un arbusto della famiglia delle capparacee, coltivato per i boccioli fiorali che, opportunatamente trattati, vengono usati come condimento e per insaporire numerosi piatti, primo fra tutti la pizza. E’ tipico della flora mediterranea e nel periodo estivo offre una splendida fioritura.
La coltivazione del cappero nell’orto familiare è semplice e gratificante. Se protetti dal freddo possono crescere anche nelle regioni del centro – nord ed essere utilizzati sia a scopo alimentare che ornamentale.
La fioritura avviene tra giugno e settembre. Il fiore del cappero è di colore bianco, con stami rosso – violacei. La sua durata sulla pianta è di soli due giorni, ma se i boccioli fiorali vengono raccolti la pianta tenderà ad emettere nuovi fiori di sicuro impatto estetico per il giardino. Le piante cominceranno la fase di riposo vegetativo in autunno, con la perdita delle foglie.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
La specie Capparis spinosa, si presenta come un arbusto suffruticoso, ovvero con porzione basale legnosa e parti superiori erbacee, alto mediamente 25-50 cm., con i rami penduli e striscianti sul suolo.
Le foglie si presentano carnose, picciolate alterne, di forma ovale o quasi tonde.
Alla base del picciolo si rinvengono stipole, trasformate in aculei, spesso caduche o poco sviluppate.
I fiori sono grandi, molto appariscenti ed odorosi, tant’è che la pianta, in questi ultimi anni, comincia ad interessare alcuni vivaisti, come pianta ornamentale per ville e giardini, grazie soprattutto alla caratteristica che ha la pianta di presentarsi fiorita per quasi tutta la stagione estiva. Il fiore è ermafrodita, con quattro petali bianchi e quattro sepali, con stomi violacei, porporini, specialmente verso l’apice
ESIGENZE AMBIENTALI
Il cappero è una pianta tipica dei climi caldo – aridi e ha bisogno costante di sole. In Italia infatti è diffuso soprattutto nelle regioni meridionali, mentre nelle zone centrali e del nord vegeta più facilmente nelle aree costiere dove il mare mitiga il clima dai rigori dell’inverno.
La pianta di cappero è estremamente resistente alla siccità, sia per la conformazione delle foglie che, per la capacità dell’apparato radicale di scendere in profondità nel terreno.
Si avvantaggia di una primavera piovosa e di una estate calda ed asciutta; predilige terreni sciolti e ben drenati, tollera il calcare non temendo elevate percentuali, anche se vegeta molto bene su rocce vulcaniche, povere di tale elemento.
COLTIVAZIONE
Per procurarsi i semi, nel mese di settembre, si possono raccogliere i frutti del cappero ormai giunti a maturazione. I frutti assomigliano a delle piccole bacche di colore violaceo e presentano delle fenditure longitudinali che lasciano intravedere i semi piccoli e di colore scuro.
Una volta raccolti, i frutti vanno messi a seccare al sole. Quando saranno ben secchi possono essere sminuzzati e i semi raccolti. In alternativa i semi possono essere acquistati in bustina presso i negozi di giardinaggio e agricoltura.
Preparazione Terreno
L’impianto di un cappereto, in coltura intensiva, data la longevità della pianta e la produttività della stessa, richiede una adeguata preparazione del suolo a partire dallo scasso del terreno ad una profondità di cm. 50-60 circa seguito, dove occorre da spietramento e livellamento della superfice in modo da consentire per gli anni successivi tutte le lavorazioni meccaniche del terreno.
Concimazione
II cappero, allo stato attuale, è una coltura in asciutto e la pianta si può considerare poco esigente in fatto di alimentazione minerale, tant’è che si possono notare piante in zone marginali (mai concimate) che vegetano molto bene; ma poiché, si parla di
coltura intensiva, anche se non ci sono dei dati concreti relativamente alla asportazione minerale di tale pianta, si può consigliare, al momento attuale sempre tenendo in considerazione il livello di fertilità del terreno, di effettuare la seguente concimazione di preimpianto: Kg. 12/Ha di anidride fosforica (P2O5) e Kg. 120/Ha di ossido di potassio (K2O) interrando tali concimi ad una profondità di cm. 30-40 circa e di distribuire successivamente alla messa a dimora delle piante Kg. 40/Ha di azoto (N) interrandolo con una lavorazione superficiale.
Quanto detto vale per un nuovo impianto.
Per quanto riguarda la concimazione di mantenimento e di produzione i quantitativi di concimi dovranno essere valutati in relazione alle asportazioni minerali della coltura, in generale è consigliabile distribuire ql. 5/Ha di un concime complesso tipo 15.15.15 o, 11.22.16 tra la fine di Gennaio e la prima decade di Febbraio.
Semina
L’impianto di un cappereto si effettua dalla seconda decade di Gennaio fino alla seconda decade di Febbraio in quanto in tale periodo il suolo presenta una sufficiente umidità, che può garantire con certezza l’attecchimento delle piantine. Il sesto d’impianto
di un cappereto varia da mt. 2×2 a mt. 2,50×2,50 e le piante utilizzate per la messa a dimora sono a radice nuda.
Relativamente alla messa a dimora, si può dire che bisogna effettuare delle buche profonde cm. 35 circa dove vengono collocate le piantine, dopo aver praticato sulle stesse una sbarbettatura dell’apparato radicale ed una potatura totale della parte aerea a circa cm. 3 al di sopra del colletto; è consigliabile interrare le piantine totalmente coprendo le stesse con circa cm. 1,5 di terra in modo da evitare che le stesse possano essere danneggiate da gelate o bruciate da forti venti sciroccali o di ponente.
Trapianto
A dicembre – gennaio (quindi circa un anno dopo la semina) le piante di cappero saranno pronte per essere trapiantate. In alternativa, le piantine da trapiantare possono essere acquistate da un vivaista specializzato.
Sempre scegliendo una zona ben riparata, scavate delle buche di 30 – 40 cm di profondità e 30 – 40 cm di larghezza e ponete sul fondo delle stesse uno strato di letame ben maturo coperto da uno strato di terra. Quindi piantate i capperi avendo cura di ricoprire di terra le radici fino al colletto (il punto di inserzione tra fusto e radici). Quindi irrigate senza inzuppare troppo la terra. La distanza tra una pianta e l’altra deve essere di 2 – 3 metri.
Cure colturali
La tecnica colturale del terreno nel cappereto è di fondamentale importanza in quanto, come detto in precedenza, è coltura in asciutto e teme come altri impianti arborei-arbustivi-ortive la competizione delle infestanti sia dal punto di vista idrico che nutrizionale, quindi è necessario che il terreno sia sottoposto a lavorazioni superficiali ogni qual volta occorra, a partire dal mese di Gennaio-Febbraio fino alla fine di Agosto, periodo in cui finisce la raccolta del prodotto; successivamente a tale periodo è consigliabile fare crescere le infestanti autunnali ed invernali in modo da consentire con l’inizio delle lavorazioni un discreto apporto di sostanza organica nel terreno
Oltre alla rimozione delle infestanti, l’unica cura da adottare è la potatura nel mese di dicembre. E’ sufficiente tagliare i rami con le forbici da potatura lasciando degli speroni lunghi circa 4 cm. E’ consigliabile anche concimare con un concime azotato, per esempio nitrato ammonico, alla dose di 200 – 250 grammi per pianta.
Altra tecnica di lavorazione utilizzabile nel cappereto, può essere quella del diserbo, intervenendo nel mese di Gennaio-Febbraio sia con prodotti disseccanti o sistemici specifici per la flora infestante presente al momento del trattamento che con prodotti residuali che hanno la funzione di antigerminello.
Questa tecnica è consigliabile effettuarla valutando di volta in volta il tipo di infestanti, lo stadio di sviluppo delle stesse e del cappero in modo di ottimizzare il momento fra maggiore recettività delle malerbe, apporto di sostanza organica nel terreno con il loro
disseccamento ed il dovuto riguardo al cappero.
Risulta essere consigliabile effettuare la pratica del diserbo sempre dietro la guida di un esperto per evitare sia danni al cappereto che eventuali danni ambientali, evitando inoltre inutile spreco dì denaro
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
A partire dal mese di giugno inizieranno a formarsi i primi boccioli fiorali che possono essere raccolti per farli maturare.
La raccolta dei capperi è l’operazione che richiede la maggioranza della manodopera, infatti se si considera che un ettaro di cappereto produce dai 13 ai 18 ql. e che un operatore può raccogliere in una giornata lavorativa Kg. 15 di capperi, si deduce che per la raccolta dei capperi occorrono 85-120 gg. lavorative ad ettaro
I capperi così raccolti vanno posti in un barattolo di vetro stratificandoli con del sale marino grosso in ragione del 40% del peso dei capperi (ad esempio per 100 grammi di capperi servono 40 grammi di sale).
In seguito vanno mescolati ogni giorno per circa 10 giorni; quindi va eliminata la salamoia che si è formata, va aggiunto sale in ragione del 20% del peso dei capperi e vanno mescolati per altri 10 giorni.
Alla fine di questo periodo va eliminata la salamoia residua, aggiunto un po’ di sale e vanno conservati in un barattolo di vetro con il tappo a vite ben chiuso.
In questo modo i capperi possono essere conservati per alcuni anni; al momento dell’uso basterà sciacquarli sotto l’acqua eliminando il sale in eccesso.