In questa guida spieghiamo come coltivare il fagiolo.
Il fagiolo (Phaseolus vulgaris) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle fabacee (anche chiamate leguminose) come il pisello, il cece e la cicerchia. Il suo seme è ricco di proteine e viene usato sia per l’alimentazione umana che per quella animale.
Molto diffuso in Italia, la coltivazione del fagiolo è molto comune in un orto familiare e con poche attenzioni si possono ottenere degli ottimi risultati, con una produzione abbondante e di qualità.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Le principali specie di fagiolo coltivate (P.vulgaris, P lunatus, P. coccineus, P. polyanthus e P. Acutifolius) dal punto di vista tassonomico appartengono tutte al genere Phaseolus, famiglia delle Papilionacee, tribù delle Faseolee, sottotribù delle Eufaseolee e si sono differenziate nell’America centro-meridionale. Alla stessa famiglia botanica appartiene anche la Vigna unguiculata, originaria dell’Africa centrale e coltivata in Europa prima della scoperta dell’America (era il fagiolo dei romani).In Italia la specie più diffusa è il Phaseolus vulgaris, mentre minore importanza rivestono il Phaseolus coccineus (Fagiolo di Spagna), il Phaseolus lunatus (Fagiolo di Lima) e la Vigna unguiculata (fagiolo dall’occhio). Queste specie hanno numerose caratteristiche morfologiche comuni e differiscono solo per alcuni particolari.
-Radice
L’apparato radicale è caratterizzato da una parte centrale maggiormente sviluppata (fittone) dalla quale fuoriescono numerose radici secondarie, spesso ramificate ed estese, ma solo negli strati superficiali del terreno. Nell’apparato radicale si trovano degli ingrossamenti, dove vivono dei batteri (Rhizobiumleguminosarum) capaci di fissare l’azoto dell’aria e di metterlo a disposizione della pianta, una caratteristica non esclusiva dei fagioli ma comune a tutte le leguminose.
-Fusto
I fusti sono caratterizzati da steli angolosi di altezza e portamento variabilissimi: da nani (altezze che vanno da 35 a 50 cm e fasi di fioritura e maturazione molto concentrate nel tempo quindi adatti alla coltura di pieno campo perché si prestano meglio alla meccanizzazione delle operazioni colturali) a rampicanti (più produttivi dei precedenti ma capaci di raggiungere e superare i 3-4 m, quindi si prestano meglio alla coltura ortense dove la raccolta può essere scalare e manuale). Per queste ultime varietà è necessario predisporre dei tutori artificiali sui quali il fusto si avvolge a spirale girando verso sinistra.
-Foglie
Le foglie trifogliate sono composte da tre parti cuoriformi detti lembi. Ogni foglia è sostenuta da un picciolo coperto da una peluria ruvida, che serve da collegamento con il fusto. Le prime due foglie che si formano sono costituite da un solo lembo di forma ovale o appuntita e pertanto vengono dette foglie semplici.
-Fiori
I fiori sono riuniti in infiorescenze a racemo ed inseriti all’ascella delle foglie: il numero cambia a seconda delle varietà, in genere da 2 a 6 nelle nane fino a 15 nelle rampicanti. Anche il colore è in genere abbastanza variabile e va dal bianco al giallastro, al rosato, al lilla, al violetto ed al rosso vivo. Il fiore preso singolarmente ha una corolla composta da 5 petali ed una forma irregolare caratteristica della famiglia delle papillionacee alla quale appartiene. La fecondazione è quasi esclusivamente autogama: talora gli insetti visitano i fiori ma il frutto si forma in genere senza alcun intervento esterno in quanto la fioritura è cleistogama.
-Frutto
Il frutto è un legume pendulo pluriseminato denominato baccello e costituito da due valve ed un solo carpello. Una caratteristica anatomica molto importante, che ne determina il tipo di utilizzazione, è la presenza o l’assenza nel baccello di tessuti fibrosi. Si hanno in questo modo due tipi di struttura del baccello e quindi di utilizzazione principali: varietà da sgusciare, quando sono presenti un cordone lungo le linee di saldatura (filo) e strati di tessuto fibroso (pergamena) entro ciascuna valva, e varietà mangia tutto, quando i baccelli ne sono sprovvisti. Il colore esterno del baccello, la forma, le dimensioni, la consistenza ed il numero di semi contenuti sono estrema-mente variabili e legati alla specie e alle varietà.
-Seme
I semi, contenuti all’interno dei baccelli in numero variabile, sono costituiti da un tegumento esterno, due cotiledoni e l’embrione. Le varietà si differenziano per forma (sferica, allungata, reniforme, appiattita o cilindrica), colore(tinta unita, bicolori o variamente screziati, variegati e marmorizzati), volume, peso (da 300 a 700 mg), composizione e consistenza dei semi. Risulta essere da questi caratteri che generalmente dipende anche il valore merceologico del seme stesso.
ESIGENZE AMBIENTALI
Il fagiolo si adatta bene alle zone a clima caldo o temperato. La temperatura ottimale per la crescita è compresa tra 18 e 24 °C; temperature oltre i 30 °C durante la fioritura ostacolano la formazione dei fiori, con conseguente danno sulla produzione di baccelli.
Dannosi allo sviluppo della pianta sono anche i venti caldi e asciutti, le brinate e le gelate. Temperature al di sotto di 2 °C possono essere letali.
Dato l’apparato superficiale poco profondo, sopporta male la carenza di acqua ma anche un’umidità eccessiva può essere dannosa, favorendo lo sviluppo di malattie fungine.
Per quanto riguarda il terreno, l’ideale sono suoli di medio impasto, senza ristagno idrico, con pH compreso tra 6 e 7. Terreni calcarei causano la produzione di baccelli e semi con tegumento ispessito, che si cuociono con difficoltà.
COLTIVAZIONE
Il fagiolo, grazie alla simbiosi con alcuni batteri, migliora le caratteristiche del terreno, arricchendolo di azoto. La rotazione con altre colture è molto importante, sia per ridurre i rischi di malattie, sia per sfruttare l’azione miglioratrice di questa leguminosa. In un orto familiare può entrare in una qualsiasi rotazione con le altre specie coltivate, anche se è consigliabile non ripetere due volte di fila colture della stessa famiglia botanica.
Preparazione del terreno
In un orto familiare si procede con una zappatura o vangatura, affinando bene il terreno, apportando letame maturo o compost alla dose di 3 – 4 kg per metro quadrato.
Semina
Il fagiolo deve essere seminato quando non sussistono più rischi di gelate tardive e la temperatura del terreno è di almeno 11 °C. In generale, i periodi ideali per la semina sono
-Fagiolini: fine aprile – inizio maggio per la raccolta a inizio luglio. Se il clima lo consente può essere seminato a inizio luglio e raccolto a fine settembre – inizio ottobre.
-Fagiolo: può essere seminato da marzo ad agosto, per raccogliere da maggio fino all’autunno.
In genere negli orti familiari il periodo più indicato per la semina è l’inizio della primavera, per raccogliere a fine primavera – inizio estate.
I semi vanno posti ad una profondità di 0,5 – 1 cm. Per quanto riguarda le distanze si consiglia di rispettare i seguenti valori
-Fagioli nani da sgusciare: 50 cm tra le file e 20 cm sulla fila.
-Fagioli rampicanti: da 60 a 120 cm tra le file (a seconda della vigoria della cultivar) e 20 – 25 cm sulla fila.
-Fagiolini: 50 cm tra le file e 25 cm sulla fila
Concimazione
Il fagiolo riesce positivamente in terreni naturalmente dotati di sostanza organica, mentre è poco opportuno eseguire una letamazione diretta. Risulta invece conveniente seminare il fagiolo dopo una coltura abbondantemente letamata in modo che possa risentire positivamente della fertilità residua lasciata nel suolo. Se è necessario integrare la fertilità del terreno con conci-mi minerali, sarà bene intervenire con concimi a base di fosforo. La concimazione potassica sarà fatta solo nel caso di terreni effettivamente carenti di questo elemento, cosa che nelle nostre zone accade piuttosto di rado. Essendo il fagiolo capace di procurarsi da solo l’azoto, è poco indicato apportarne per mezzo di fertilizzanti chimici od organici. Nonostante in alcune regioni con terreni particolarmente sciolti e poveri di questo elemento, e in caso di prima coltura seminata in una fase piuttosto anticipata, sia in uso effettuare una leggera concimazione azotata al momento della semina, in linea generale viene sconsigliata perchè, anche se velocizza le prime fasi di crescita, ha l’inconveniente di ostacolare lo sviluppo del Rizobium e quindi dei tubercoli radicali.
Cure colturali
Per ottenere una buona produzione bisogna seguire alcuni consigli.
Rincalzatura: consiste nell’ammucchiare un po’ di terra attorno alla base della pianta, prelevandola tra le file. In questo modo si favorisce la formazione delle radici, che nel fagiolo sono superficiali e si crea una sorta di canale tra le file, utile per l’irrigazione.
Tutoraggio: se abbiamo scelto una varietà rampicante dobbiamo fornire alle piante un sostegno. Questo può essere una rete o dei semplici bastoni, alti circa 2 metri o più, posti vicino a ciascuna pianta in modo che possano arrampicarsi avvolgendo i tutori.
Irrigazione: fondamentale è l’umidità del terreno alla semina, per permettere al seme di germinare.
I fagioli rampicanti hanno un sistema radicale più espanso e richiedono quindi irrigazioni meno frequenti, ma più abbondanti. Il fagiolo può sopportare alcuni giorni di carenza idrica, senza effetti negativi sulla produzione. I primi sintomi di stress idrico si osservano sulle foglie che diventano di colore verde scuro e si accartocciano.
Il periodo in cui è maggiore il rischio di danni da siccità va dalla fioritura all’ingrossamento dei baccelli. In questo periodo una carenza di acqua si ripercuote negativamente su qualità e quantità della produzione. Bisogna comunque considerare che un eccesso di irrigazione, con conseguente ristagno di acqua, può essere molto dannoso favorendo malattie e marciumi.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
In un orto familiare la raccolta è manuale, effettuata scalarmente quando i baccelli sono maturi. Vanno poi liberati dai baccelli, operazione molto semplice, anche questa fatta a mano. La raccolta può anche essere effettuata quando sono ormai secchi e gialli, ma non bisogna attendere troppo per evitare che si aprano e i semi cadano a terra.
I fagioli possono essere consumati subito oppure congelati e conservati, per utilizzarli al momento del bisogno. I fagioli rappresentano un alimento sano e nutriente, molto ricco di proteine ad elevato valore biologico e nelle diete vegetariane e vegane sono fondamentali, assieme agli altri legumi, per sostituire la carne e i prodotti di origine animale.
AVVERSITA’ E DIFESA
Purtroppo il fagiolo, anche in un orto familiare, può andare incontro ad una serie di malattie. Vediamo le principali.
Marciumi dei semi e delle piantine: sono in genere causati da un eccesso di acqua e di umidità nei primi stadi di sviluppo della pianta. Sono provocati da funghi come Fusarium, Pythium e Rhizoctonia.
Antracnosi: provocata dal fungo Colletotrichum lindemuthianum, causa la comparsa sulle foglie di macchie brunastre che possono comparire anche sui fusti e sui baccelli. E’ una delle malattie fungine più comuni sul fagiolo. Può essere trasmessa da seme già infetto.
Ruggine: anch’essa causata da un fungo, provoca la comparsa di pustole (simili a ruggine) sulle foglie e sui baccelli. Utile la rotazione delle colture.
Tonchio del fagiolo: è un insetto coleottero che colpisce sia i baccelli in campo che i semi conservati nei magazzini. La larva vive e si nutre all’interno del seme, dal quale esce l’adulto provocando un vistoso foro.