In questa guida spieghiamo come coltivare la bardana nell’orto.
La bardana (Arctium lappa) è una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee come la lattuga e la camomilla. Risulta essere una pianta conosciuta e usata fin dall’antichità, ed è impiegata sia in erboristeria come medicinale che come pianta alimentare. Attualmente l’uso culinario è diffuso soprattutto in Oriente; possono essere consumati i semi, le radici e le foglie. La coltivazione della bardana è perfetta per l’orto familiare è costituisce un vegetale poco noto ma ottimo in cucina in numerose ricette. In Italia in genere non viene coltivata poiché poco redditizia e per l’uso erboristico si ricorre alla raccolta delle piante allo stato spontaneo.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Il nome botanico deriva dal geco “arctos”=“orso” alludendo al fusto peloso ed al portamento della pianta. Lappa proviene dal verbo greco “lambano” = “io prendo” riferito agli uncini che avvolgono i fiori, appiccicosi e ripiegati, che si attaccano ai vestiti ed al pelo degli animali favorendo così la disseminazione e la propagazione della specie.
La bardana è una pianta biennale con radici rizomatose, fittonanti e di notevoli dimensioni. Il fusto è di colore grigio cenere ed è caratterizzato da una lieve peluria che lo ricopre interamente. Le foglie sono cuoriformi ed enormi, di colore verde sulla pagina superiore ed argenteo su quella inferiore. L’infiorescenza è caratteristica, situata all’apice dei rami e ricoperta da una serie di uncini che favoriscono la dispersione del seme poiché rimangono attaccati al pelo degli animali o ai vestiti dell’uomo.
ESIGENZE AMBIENTALI
La pianta spontanea è a volte infestante e non ha particolari problemi di adattamento. Si ritrova di preferenza in ambienti ruderali, nelle radure boschive, ai bordi dei campi coltivati e negli incolti, lungo le siepi e gli argini. La bardana è quindi una pianta piuttosto adattabile che cresce dalla fascia mediterranea fino alle regioni montane. Il terreno preferito è di tipo calcareo, con pH neutro e una buona dotazione di elementi nutritivi. Non devono essere compatti per consentire un buono sviluppo della radice. Non cresce in terreni ed ambienti troppo aridi e siccitosi. Predilige le zone soleggiate.
COLTIVAZIONE
Per la coltivazione e la commercializzazione viene impiegata A.lappaL., ma nella pratica erboristica si faceva uso anche di altre specie, fra le quali A.minusBernh.In commercio non esistono varietà selezionale ed il seme disponibile è generalmente costituito da popolazioni eterogenee. Alcuni agricoltori praticano l’autoriproduzione del seme in azienda, spesso partendo da una piccola partita raccolta da piante spontanee e praticando poi una selezione massale.
Preparazione del terreno
In un orto familiare, tramite zappatura o vangatura, si deve rendere il terreno soffice per favorire lo sviluppo radicale. Eventualmente si può eseguire una fresatura per affinare bene il terreno. Concimazione chimica, dosi in kg/ha: N 100-150; P2O5 80 -100;K20100 -150.II fosforo, il potassio e i primi 50-70 kg/ha di azoto si distribuiscono prima del trapianto o della semina. Altri 50-70 kg/ha di azoto sono necessari in copertura da distribuirsi a fine maggio, in concomitanza con una sarchiatura. E’ preferibile non ritardare questo secondo intervento di concimazione azotata, perché verrebbe privilegiato lo sviluppo fogliare a scapito della radice. La radice di bardana assorbe ed accumula molto potassio, sotto forma di sali di carbonato e solfato, quindi nei terreni poveri di questo elemento è necessario assicurarne l’apporto e la disponibilità.
Impianto
La semina diretta è sconsigliata perché il seme ha una scarsa capacità germinativa e si andrebbe incontro a molte fallanze di semina.
Risulta essere invece consigliabile fare germinare i semi in semenzaio, in vasi o in contenitori alveolati impiegando un terriccio fertile per vivaismo. Il periodo migliore per effettuare questa operazione è febbraio, in ambiente protetto. Le temperature ideali per la germinazione sono di 20 – 22 °C, per le prime due settimane, poi saranno sufficienti 15 – 18 °C.
Dopo circa 2 mesi, quando le piantine avranno 4 foglie ben formate, saranno pronte per il trapianto sul terreno precedentemente lavorato. La messa a dimora può avviene generalmente a fine marzo -primi aprile, con l’impiego di una normale trapiantatrice. Per la semina diretta sono generalmente necessari 6-8 kg/ha di seme.
Cure colturali
La coltivazione della bardana non richiede particolari cure. Le infestanti possono rappresentare un problema solo nelle prime fasi della pianta; crescendo la bardana occupa tutto lo spazio disponibile e compete molto efficacemente con le malerbe, impedendo loro di svilupparsi. Maggiore attenzione al controllo delle malerbe verrà fatta nel caso si voglia raccogliere anche le foglie, per non avere inquinamento di vegetali estranei al prodotto. Con un paio di sarchiature, specialmente se precoci (per esempio effettuate a 30 e a 60 giorni dal trapianto) si ottiene comunque un buon controllo. La prima sarchiatura può essere completata da una scerbatura sulla fila.
L’irrigazione è necessaria dopo il trapianto, per permettere alle piantine di attecchire con facilità, mentre in seguito va effettuata solo in caso di periodi di siccità prolungata o se le piante si presentano sofferenti.
In quanto coltura abbastanza esigente, la bardana può essere inserita a chiusura dell’avvicendamento previsto in azienda, in quanto sfrutta bene gli elementi residui presenti nel terreno. Ha anche un effetto rinettante nei riguardi delle malerbe.
RACCOLTA E UTILIZZO
Le radici fresche vengono raccolte in autunno, mentre le foglie in primavera. Le radici devono essere tagliate in pezzi di circa 1 cm ed esposte al sole, mentre le foglie vanno fatte essiccare all’ombra in strati sottili. Entrambi i prodotti possono essere conservati in vasi di vetro o in sacchetti di carta al buio e in un luogo asciutto. Radici raccolte in anni successivi, possono risultare più sviluppate, in dimensioni e peso, ma meno pregiate commercialmente, perché cave all’interno, più fibrose e meno ricche di succo e principi attivi
La bardana ha proprietà depurative, diuretiche ed antisettiche. II prodotto maggiormente impiegato è la radice, che viene acquistata ed utilizzata dai comparti erboristico (tisane, complementi ed integratori alimentari), farmaceutico e cosmetico.
AVVERSITA’ E DIFESA
La bardana viene attaccata da diversi parassiti
L’agente fungino Rhizoctoniasolani attacca le piante, anche giovani, colonizzando le porzioni basali del fusto, creando aree necrotiche ed attaccando poi le radici. L’eccessiva umidità del terreno favorisce questo agente che sulla coltura si può diffondere a macchia. Si possono avere anche attacchi di Pythiume Sympiezomialewisii.
Fra gli insetti, è possibile in estate l’attacco di diversi minatori che possono defogliare la bardana, compromettendone l’attività fotosintetica e la resa. Possibili anche gli attacchi di afidi.
Una volta raccolta, la radice di B. tende a riassorbire l’umidità e per questo soggetta a muffe. In magazzino inoltre subisce facilmente anche l’attacco degli insetti tipici delle derrate alimentari e delle droghe, coleotteri e lepidotteri. In questi casi il prodotto viene mangiato, sbriciolato, polverizzato, contaminato con escrementi, fili sericei, tossine ed altri metaboliti secreti, che poi favoriscono l’insediarsi di altri organismi secondari quali batteri funghi e muffe che innescano processi di ossidazione e di fermentazione della droga. Temperature ed umidità ambientali elevate sono fattori determinanti nel favorire le infestazioni nella radice di bardana conservata.