In questa guida spieghiamo come coltivare il biancospino.
Il biancospino (Crataegus spp.) è una pianta arbustiva della famiglia delle rosacee, come l’azzeruolo e altri alberi da frutto, molto ramificato e dotato di spine. Molto interessante da un punto di vista ornamentale per la sua splendida fioritura, produce anche dei frutti ottimi per fare marmellate o gelatine. La coltivazione del biancospino è perfetta per abbellire un giardino o per creare siepi attrattive per gli uccelli e per le farfalle.
CARATTERISTICHE BOTANICHE
Il biancospino è un arbusto o un piccolo albero che può raggiungere un’altezza di 4 – 5 metri. Le foglie sono alterne ed è caratterizzato da rami molto spinosi, che possono formare una barriera inviolabile nelle siepi poste a delimitare i confini dei campi e delle proprietà. I fiori sono bianchi, riuniti a mazzetti e fioriscono a primavera. Le bacche, di colore rosso acceso, maturano in autunno e contengono un seme all’interno.
ESIGENZE AMBIENTALI
Il biancospino fa parte della flora spontanea italiana ed è quindi perfettamente adattato ai nostri climi. E’ una specie rustica che sopporta temperature minime di 10 o 15 gradi sotto zero. Vanno posti a dimora in luoghi soleggiati o semi – ombreggiati, preferibilmente su terreni profondi, umidi e calcarei, mentre non si adattano ai suoli acidi. Sopporta invece bene i terreni argillosi e pesanti.
COLTIVAZIONE
Propagazione ed impianto
Il biancospino può essere propagato per talea, ma non sempre si riesce a farla radicare. Si può ricorrere alla margotta o all’innesto a corona.
In un giardino familiare si può usare la propagazione per seme, anche se in questo caso i tempi saranno piuttosto lunghi. I semi, prelevati dai frutti, vanno asciugati accuratamente al sole e stratificati in vassoi in sabbia o terreno leggero mantenuto costantemente umido. I vassoi vanno posti in una serra fredda in attesa che germinino. Prima di avere una piantina da trapiantare a dimora occorreranno però due o tre anni.
La soluzione più semplice è acquistare le piante da trapiantare in un vivaio. Vediamo ora come procedere per l’impianto.
Il periodo migliore per l’impianto va da ottobre a marzo. Si deve scavare una buca profonda il doppio della massa radicale della pianta. Sul fondo della buca va posto uno strato di 3-4 cm di ghiaia, quindi altri 3 – 4 cm di letame maturo oppure di compost. Il fertilizzante organico viene ricoperto con uno strato di terreno e si può posizionare l’arbusto a dimora, facendo attenzione a non rompere le radici. La buca può quindi essere ricoperta, pressando leggermente il terreno alla base della pianta ed innaffiando.
Irrigazione
La coltivazione del biancospino è semplice data la rusticità della pianta ma l’irrigazione è molto importante. L’acqua non deve mai mancare, specialmente se cresce in una zona soleggiata. E’ opportuno intervenire circa una volta a settimana nel periodo primaverile estivo, o anche più spesso se vi sono periodi di siccità ambientale prolungata o se la pianta è stata messa a dimora da poco tempo.
Concimazione
Essendo un arbusto a crescita piuttosto lenta è opportuno intervenire con delle concimazioni se vogliamo ottenere una pianta ben sviluppata nel minor tempo possibile. A fine autunno si consiglia di ricoprire la base della pianta con del letame maturo; i residui ancora presenti a primavera andranno incorporati al terreno con una zappatura. In questa fase è possibile aggiungere un po’ di concime in granuli a lenta cessione con uno spandiconcime.
Potatura
Il biancospino può essere lasciato crescere libero in modo che assuma il portamento che avrebbe in natura. In un giardino possiamo però intervenire con le forbici per ottenere un aspetto più ordinato e regolare.
Nei primi anni di vita le piante vanno potate molto basse per farle crescere più folte. In questo modo infatti si stimola la produzione di polloni e ricacci dal tronco principale; potremmo così ottenere con facilità una bella siepe. Anche nel caso di piante adulte che dovessero apparire spoglie e poco sviluppate, un taglio deciso può risolvere la situazione facendo nascere nuovi germogli. Il periodo migliore per potare è la fine dell’inverno.
RACCOLTA E IMPIEGO
Essendo una pianta medicinale, può essere usata in erboristeria come cardiotonico. Le sostanze attive sono presenti nei fiori, nei frutti e nella corteccia.
Le bacche sono eduli, ma vengono in genere consumate in marmellate, sciroppi e gelatine.
AVVERSITA’ E DIFESA
Il biancospino può essere attaccato da una batteriosi causata dal batterio Erwinia amylovora che è trasmissibile ad altre piante, in particolare piante arboree da frutto. Questa malattia, chiamata colpo di fuoco batterico, è incurabile ed in alcune zone d’Italia è addirittura vietato impiantare nuovi biancospini.
Occasionalmente può essere attaccato da insetti, ma sono in genere sufficienti trattamenti con prodotti a base di piretro, poco tossico per l’uomo ed ammesso in agricoltura biologica.